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Il Piano commercio slitta a lunedì, ma sul Comune pende la scure dei rilievi della Corte dei conti

I giudici contabili fanno notare 10 milioni che non sarebbero dovuti comparire nel riaccertamento straordinario dei residui relativo al 2014

Mentre si discute il rendiconto consolidato dell'esercizio 2018, cade il numero legale e il consiglio comunale viene rinviato in seconda convocazione, lunedì mattina. Nelle due ore di lavoro, l'assemblea ha approvato il bilancio consuntivo del teatro Marrucino e avviato la discussione su quello del Comune. E la seduta è stata l'occasione, per il consigliere Alessandro Marzoli, di presentare la formazione del nuovo gruppo Italia Viva, vista la sua adesione al partito dell'ex segretario del Pd Matteo Renzi. Anche se mancano pochi mesi alla fine della consiliatura, non sono escluse altre adesioni nelle prossime settimane. 

Tornando ai lavori ordinari, lo slittamento della seduta alla prossima settimana è suonato più più come una mossa strategica. Fra gli argomenti da discutere, infatti, c'è il piano commercio, che non è solo l'atteso documento atteso da almeno 18 anni, che dovrebbe dare respiro, o almeno indicare soluzioni, per l'economia cittadina. È, ancora dopo mesi, il terreno su cui si gioca lo scontro tra Forza Italia e la maggioranza del sindaco Di Primio. L'assenza del piano commercio era stata la leva, per il gruppo che fa capo al partito di Berlusconi, per chiedere a lungo le dimissioni dell'assessore Carla Di Biase, ex Forza Italia passata in primavera a Fratelli d'Italia. Una volta che l'esponente di giunta ha scambiato le deleghe con il vice sindaco Giuseppe Giampietro, iniziandosi a occupare di Pubblica istruzione, la calma sembrava tornata. 

Ma, ora, Forza Italia, pur mostrando apertura a votare il documento, ha posto una condizione irrinunciabile da cui, c'è da star certi visti i precedenti, difficilmente si smuoverà: o in aula passano gli emendamenti del gruppo consiliare, o al piano commercio mancheranno i cinque voti dei suoi esponenti, ossia il capogruppo Marco D'Ingiullo, Maurizio Costa, Elisabetta Fusilli, Maura Micomonaco ed Emiliano Vitale. Per ora, la questione è archiviata fino a dopo il weekend. 

Ma c'è un'altra spada di Damocle sul capo del Comune di Chieti, che rischia di creare una bomba pronta a esplodere nelle mani del prossimo sindaco. Sono i rilievi della Corte dei conti, arrivati solo pochi giorni fa, che hanno riscontrato gravi irregolarità sul riaccertamento straordinario dei residui relativo al 2014. La questione è stata sollevata in aula dai consiglieri di opposizione Ottavio Argenio (Movimento 5 stelle) ed Enrico Raimondi (Chieti punto da capo), che hanno chiesto lumi in merito al dirigente del settore Finanze Franco Rispoli. 

In concreto, i giudici contabili si sono accorti che il Comune ha inserito in bilancio circa 10 milioni di euro che in realtà avrebbe dovuto eliminare già nel bilancio consuntivo relativo al 2014. Si tratta di voci per cui non c'è realmente una copertura finanziaria e che dunque, con il nuovo sistema di contabilità degli enti locali, andavano eliminate. Questo disavanzo, secondo il rilievo, non poteva essere spalmanto in 30 anni, ma nel corso della consiliatura.

Ora, però, il Comune ha l'obbligo di ripianare il disavanzo, trovando una copertura. Ma, sul tempo entro cui bisogna agire, non c'è ancora chiarezza: il Testo unico degli enti locali parla di 3 anni, ma, per il capogruppo pentastellato Argenio, "questo non vale nei casi in cui la consiliatura finisca prima". Il dirigente Rispoli ha chiarito però che il disavanzo deve essere ripianato nel triennio 2019-2021 e che i rilievi della Corte dei conti non hanno riflessi sui consuntivi dal 2015 al 2018. 

Su questa vicenda che mette ancora più in difficoltà le finanze dell'ente, martedì ci sarà la conferenza dei capigruppo, con la partecipazione dei revisori dei conti, che chiariranno tutti i rilievi avanzati dai giudici contabili.

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