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Parapiglia in consiglio comunale sull'intitolazione di una targa a una giovane vittima delle Foibe

La minoranza esce dall'aula per non votare l'ordine del giorno di Di Paolo (Lega) e il sindaco si scaglia contro i consiglieri

Scoppia il parapiglia al consiglio comunale, per la proposta di una targa in memoria di una giovane vittima delle Foibe. Fra gli argomenti da discutere, infatti, c'era l'ordine del giorno di Marco Di Paolo (Lega) sull'installazione di una targa commemorativa in memoria di Norma Cossetto, giovane istriana vittima delle foibe nel 1943Ma, al momento del voto, i consiglieri di minoranza sono usciti dall'aula per non votare, scatenando la stizza del sindaco Umberto Di Primio, che non si è risparmiato con le parole. 

A quel punto, si è scatenato un acceso battibecco con il consigliere del Partito democratico Alessio Di Iorio. Dopo la fine della seduta, Di Primio ha affidato a un video su Facebook la sua indignazione, scagliandosi senza mezzi termini contro gli esponenti di opposizione. "A Chieti - ha detto - alcuni esponenti dell'opposizione ancora oggi sono accecati dall'odio, piuttosto che da sentimenti di rispetto: c'è chi crede ancora che ci siano martiri di serie a e di serie b. Eppure - ha aggiunto - nel corso di questi anni mai mi sono tirato indietro quando si è trattato di onorare la memoria di chi ha combattuto per la libertà o è stato vittima ingiusta della guerra. Penso all’intitolazione del belvedere alla villa vomunale a “Ettore Troilo”, al restauro delle tombe dei partigiani al cimitero comunale e alle iniziative per portare maggior decoro alle tombe dei cittadini ebrei teatini". 

I consiglieri di opposizione a loro volta attaccano Di Primio accusandolo di aver scritto "l'ennesima brutta pagina politica", per essersi "scagliato con esagerata prepotenza contro i consiglieri comunali di minoranza che non hanno partecipato al voto".

“Abbiamo deciso di non prendere parte al voto – spiegano i capigruppo Ottavio Argenio del Movimento 5 stelle, Stefano Rispoli di Chieti punto da capo, Chiara Zappalorto del Partito Democratico e Renata Sablone di Centro Democratico – senza minimamente intervenire nella discussione, perché Norma Cossetto è solo una delle tante donne rimaste vittima della violenza registrata nei territori della Venezia Giulia e della Dalmazia alla fine della seconda guerra mondiale. Ricordiamo che le vittime accertate furono più di 10 mila e che, forse, il sindaco non le conosce nemmeno: ci furono altri casi di donne, come le tre sorelle Radecchia, barbaramente violentate e gettate nella foiba di Terli, per cui ci sembrava riduttivo prendere posizione sulla sola Norma Cossetto”.

I consiglieri di minoranza fanno notare, inoltre, che in città è già stata intitolata una piazza ai Martiri delle Foibe, a Chieti Scalo, nei pressi di via Amiterno.

“Ci sembra doveroso - aggiungono - stigmatizzare l'assurdo contegno del sindaco che, su una questione di minima rilevanza per la città, ha usato toni offensivi nei confronti della libera espressione di voto dei consiglieri comunali, approfittando peraltro della discussione di un diverso e successivo provvedimento. Non siamo in alcun modo disposti a tollerare oltre l'atteggiamento prevaricatorio di questo sindaco che, a quanto pare, è più incline ad infervorarsi per anacronistiche questioni ideologiche, piuttosto che a garantire il suo impegno costante per amministrare correttamente la città di Chieti”.

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