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Volano stracci in maggioranza: il sindaco si appella all'opposizione, ma il consiglio comunale salta

Forza Italia continua a disertare le sedute, poi anche gli altri esponenti di centrodestra abbandonano l'aula e la seduta slitta in seconda convocazione

Pomeriggio bollente, non solo dal punto di vista climatico, per la politica teatina. Oggi era in programma il consiglio comunale sul bilancio previsionale, che è terminato ben prima di affrontare il documento finanziario, con il sindaco Umberto Di Primio che si è appellato al "senso di responsabilità" dei consiglieri di minoranza per far proseguire la seduta e Forza Italia sempre più in rotta con il primo cittadino.

Nodo del contendere è, ancora una volta, la testa dell'assessore al Commercio Carla Di Biase: i consiglieri del gruppo ne chiedono da settimane le dimissioni, sostenendo che l'esponente della giunta non avrebbe operato adeguatamente per il bene della città. Di Primio, dal canto suo, difende la Di Biase e il suo lavoro. Così, come già avevano annunciato con una comunicazione scritta al presidente del consiglio Liberato Aceto, i "forzisti" hanno disertato l'aula consiliare per "motivi politici". 

La seduta è iniziata regolarmente e l'assemblea ha approvato a maggioranza tre punti: il Piano di Zona per l’edilizia economica e popolare, il bilancio previsionale del Marrucino e il piano triennale delle opere pubbliche. Poi, quando è stato il momento del bilancio, Di Primio ha chiesto un'interruzione di 10 minuti per riunire i capigruppo, opposizione compresa. Ha parlato chiaro, facendo leva sul loro "senso di responsabilità", chiedendo di restare in aula, per avere i numeri utili a continuare la seduta. I gruppi di minoranza hanno raccolto l'invito, sono rimasti seduti ai banchi, pur puntualizzando che il loro voto sarebbe stato contrario, perché non approvano il documento preparato dall'amministrazione. 

Finché sono stati proprio i superstiti della maggioranza a lasciare l'aula, facendo così cadere il numero legale necessario per proseguire i lavori. A questo punto, il consiglio si riunirà nuovamente lunedì 17 giugno, in seconda convocazione. Ma Di Primio è furioso e non esita a sparare a zero contro coloro che ritiene i responsabili di quanto sta accadendo, i "ribelli" di Forza Italia: 

Oggi dovevamo votare progetti da milioni di euro per la città e alcuni che forse consentiranno anche alla società Teateservizi di continuare la propria attività, ma non è stato possibile. Noi abbiamo la coscienza a posto e abbiamo fatto tutto ciò che era necessario: il bilancio è pronto dal 18 aprile, ma nessuno dei consiglieri ci ha messo una virgola, facendo un emendamento esprimendo un parere su ciò che veniva proposto. Andiamo avanti a testa alta: chi non viene si assume la responsabilità di quel che capiterà. Chi voterà contro si assumerà la responsabilità di dire no soprattutto alle opere progettate per la città.

Al di là dell'aspetto meramente amministrativo, il sindaco di Chieti riconosce che c'è un grave problema politico che, per lui, risiede della 

assenza di Forza Italia, dei vertici incapaci di gestire la situazione: credo che Forza Italia dovrebbe valutare quello che sta succedendo dappertutto, se non vuole ridursi a una percentuale da prefisso milanese.

Dal partito, Di Primio si è sospeso perché, accusa: 

è un partito in cui ci sono le bande armate: io sono abituato a fare la guerra mettendoci la faccia e il petto e non nascondendomi dietro gli altri. 

E sulle dimissioni dell'assessore Di Biase, non ha dubbi: 

Io sono una persona seria, non scarico nessuno perché qualcuno è antipatico ad altri o se non ci sono contestazioni sotto il profilo amministrativo. Se c’è qualcuno che vuole mietere vendette mettesse la propria faccia come la metto io tutti i giorni. Noi andiamo avanti a testa alta.

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