Comune, il presidente del consiglio comunale Liberato Aceto: "Forse ho sbagliato ad appoggiare Di Primio"
Proseguono le polemiche in maggioranza. Ipotesi mozione di sfiducia per Aceto
Liberato Aceto torna a parlare. Dopo le accuse di inciucio e le critiche al sindaco dopo l’approvazione del bilancio preventivo dello scorso 2 luglio (a cui non aveva partecipato), il presidente del consiglio comunale risponde all’ipotesi di una mozione di sfiducia nei suoi confronti.
“La crisi che imperversa nella maggioranza - dice Aceto - affonda le sue radici nella fase conclusiva della precedente consiliatura, quando veniva messa in discussione la ricandidatura del sindaco uscente Di Primio. Allora fui fermo nella posizione di coloro che chiedevano la sua conferma senza percorrere la via delle primarie del centrodestra. Forse ho sbagliato a mettere un impegno grande, insieme ad alcuni amici, nella preparazione della lista civica Noi domani che, con circa il 4%, contribuì alla rielezione Di Primio. Forse ho sbagliato a continuare ad appoggiare chi oggi mi attacca perché sto manifestando dissenso sull'attuale condotta amministrativa, cosa che secondo il sindaco e la cerchia dei suoi amici, che male lo consigliano, non potrei fare perché sono il presidente del consiglio. Nella mia vita politica di errori ne ho fatti tanti, ma solo chi non fa nulla non sbaglia: in coscienza e serenità, so che ho sempre agito in buona fede, considerando l'impegno politico come un qualcosa fatto per migliorare le condizioni di vita dei miei concittadini”. E prosegue: "Non temo alcun confronto o giudizio, pronto ad assumere le mie responsabilità sia in qualità di consigliere che di presidente del consiglio ma solo ed esclusivamente in aula".
Quanto alle ultime diatribe, Aceto aggiunge: “Poiché negli ultimi consigli avevo assunto posizioni in dissonanza con il sindaco e la sua maggioranza, ho ritenuto di non dover partecipare per non avere un atteggiamento di contrapposizione in attesa di una ricomposizione della crisi politica. Ecco perché respingo al mittente le accuse ricevute sul mio ruolo di ‘garante istituzionale’: ritengo di averlo sempre svolto al meglio».
Nella lettera con cui hanno rimesso le loro deleghe nelle mani del sindaco, gli assessori hanno dato dei burattini ai ribelli. “Chiedo con fermezza che presentino pubblicamente le loro scuse”, conclude il presidente del consiglio comunale, “a chi non necessariamente deve vivere con la politica ma presta un servizio alla collettività, mandato che peraltro ha ricevuto con la manifestazione del consenso elettorale”.