Province salve: la Consulta boccia il provvedimento di riordino
La Consulta ha dichiarato incostituzionale la riforma delle Province contenuta nel decreto Salva Italia. Il riordino ne prevedeva la riduzione solamente in base a criteri di estensione e popolazione
Il riordino delle Province è incostituzionale: la riforma contenuta nel decreto Salva Italia che prevede la riduzione in base ai criteri di estensione e popolazione, non è materia da disciplinare con decreto legge. Così ha sancito ieri la Consulta, dichiarando illegittimi alcuni punti dei decreti legge varati nel 2011 e nel 2012. La sentenza della Corte Costituzionale ha confermato che le riforme delle istituzioni costitutive della Repubblica non possono essere fatte per decreto legge.
I COMMENTI - Il vicepresidente dell’Upi, Enrico Di Giuseppantonio, commenta così la sentenza: “Era impensabile modificare l’assetto istituzionale con un decreto-legge, così come ha evidenziato la stessa Consulta. Il decreto è un atto destinato a fronteggiare casi straordinari di necessità e urgenza, le riforme si fanno in Parlamento ripartendo dall’esame del Codice delle Autonomie Locali che punti a ridisegnare la struttura degli enti territoriali, ne consideri funzioni e competenze con l’obiettivo di semplificarne l’assetto, puntando esclusivamente all’efficienza del sistema e alla rappresentatività sul territorio. Ora bisogna girare pagina. La Consulta ha ricondotto la sorte delle Province nelle maglie della Costituzione e noi siamo pronti a discutere con serenità per fare riforme serie”.
Aggiunge l’onorevole Fabrizio Di Stefano: "Apprendo con piacere che la Consulta ha dichiarato incostituzionale la riforma delle Province, a seguito della sentenza con la quale la Consulta ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della stessa”.
E aggiunge: “Nella scorsa legislatura furono tanti quei soloni che criticarono la mia posizione sull'argomento, avversa allo specifico articolo del provvedimento. Dicevano che la mia fosse una posizione di retroguardia e priva di ogni legittimità. Forse oggi questi soggetti dovrebbero riflettere sulla base di quanto stabilito dalla consulta e fare pubblicamente un mea culpa".
Questa, infine, la souzione del capogruppo del Pd provinciale, Camillo D'Amico: "Nel merito delle Province bene sarebbe far votare i cittadini laddove sono commissariate e farlo fare alla scadenza naturale di quelle in cui la legislatura è in corso. Numero dei componenti del Consiglio e Giunta vanno commisurate alla vigente legge elettorale degli Enti Locali già applicata per i comuni. Per le funzioni è nel ddl della “carta per le autonomie”, già in avanzato stato di discussione nella precedente legislatura il cui consenso era molto ampio, che vanno trovate le giuste soluzioni".