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Ater, Riccardo: "Basta stipendi d'oro, se ne dia uno più solido a chi una casa non ce l'ha"

Il consiglio regionale ha ascoltato i veritici dell'Ater Chieti in merito al piano di rientro per far sì che l'Ater di Chieti possa saldare parte del suo debito che ammonta in totale a circa 7 milioni di euro

I dirigenti dell'Ater Chieti continuano ad avere stipendi d'oro mentre l'ente è a rischio dissesto. Oggi l'audizione  dei vertici in Regione.

"Il consiglio regionale ha ascoltato i veritici dell'Ater Chieti in merito al piano di rientro, attraverso la vendita di alloggi pubblici per un totale di 300 mila euro, per far sì che l'Ater di Chieti possa saldare parte del suo debito, che ammonta in totale a circa 7 milioni di euro, nei confronti dell'istituto di credito Carichieti" spiega il presidente dell'associazione 'Zapping', Giampiero Riccardo,"Quello stesso ente - aggiunge -è guidato dall'ingegner Recchione che nel 2012 ha ricevuto 325 mila euro, a cui vanno sommati 52 mila euro di arretrati, per gestire 2600 alloggi. A Milano lo stesso lavoro è svolto da un direttore che guadagna 170 mila euro l'anno. In quel caso però, gli alloggi da gestire sono 76 mila, ovvero trenta volte quelli situati sul territorio di Chieti e amministrati da Recchione".

Per Riccardo la causa dei debiti per milioni di euro è da imputare a una gestione inefficiente, sommata al danno patrimoniale causato dalla svalutazione di immobili. "Ritengo scandaloso fondare un piano di rientro sulla sottrazione del diritto alla casa - dichiara ancora il presidente di zapping - di fronte ad un bene necessario come un alloggio, mi sembra degradante moralmente che la prima proposta per il piano di rientro sia stata la messa in vendita degli immobili, invece che la netta riduzione delle spese ingiustificabili, inutili e improduttive ovvero il taglio netto dello stipendio dei manager Ater, utilizzando così i fondi risparmiati per la copertura dei debiti e il restauro degli edifici in stato di abbandono". E conclude: "Si pensi a stabilire un tetto più basso agli stipendi d’oro. Forse così diventerebbe anche più semplice darne uno a chi la casa non ce l'ha".

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