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L’arcivescovo Forte difende le Province: "Si cominci a tagliare dall'alto"

Monsignor Forte si è espresso sul ruolo di vicinanza ai cittadini che Comuni e Province ricoprono. Di Giuseppantonio: "Il suo intervento è un punto di riferimento autorevole per tenere vivo un confronto di idee senza pregiudizi"

Anche l'arcivescovo della diocesi Chieti-Vasto, monsignor Bruno Forte, si esprime sulla riforma degli Enti locali e difende il ruolo di vicinanza ai cittadini che  Comuni e Province ricoprono. Una posizione che non può far altro che piacere al presidente della Provincia di Chieti e vicepresidente nazionale dell’Unione Province Italiane, Enrico Di Giuseppantonio.

"Monsignor Forte - commenta il presidente - portato dalla sua missione pastorale ad un rapporto strettissimo con la gente, ha saputo cogliere ed esaltare nel suo intervento il valore del principio di sussidiarietà, e dunque di difesa delle istituzioni più vicine ai cittadini, che negli ultimi mesi è stato sacrificato sull’altare della riforma in atto, nel nome di un non meglio quantificato risparmio del denaro pubblico che determinerà scarsi benefici finendo col pesare, al contrario, sulla collettività e sui più deboli in particolare".

Forte, durante un incontro con i giornalisti lunedì in Curia per presentare le Quaestiones quodlibetales, ha sostenuto che per avere un vero risparmio sui costi della politica sarebbe più opportuno ridurre il numero di parlamentari e senatori, assieme ai loro stipendi, piuttosto che andare a colpire quegli enti realmente vicini ai cittadini. "Una drastica riduzione di quei poteri - ha spiegato - darebbe di più ai piccoli comuni. Cosa fa bene a un paese: eliminare questi ultimi e le province o il parlamento e le strutture decisionali?". L'arcivescovo ha anche precisato come sarebbe allo stesso modo errato pensare che un politico viva d'aria, "occorre ridimensionare i compensi", prima di lanciare l'appello: "chi fa politica lo faccia per il bene comune".

"Fa riflettere allora il richiamo dell'arcivescovo al paradosso che oggi vede la Provincia di Chieti “scomparire” pur avendo i requisiti per restare tale- commenta ancora Di Giuseppantonio - anche in questo caso nel nome di una logica che guarda ai freddi numeri, ignorando il tessuto umano, culturale, industriale, direi identitario, di un vasto territorio come il nostro. Lungi da me l’intento di strumentalizzare le posizioni di monsignor Forte - ha concluso - ritengo che suo intervento può e deve rappresentare un punto di riferimento autorevole per tenere vivo un confronto di idee a tutto campo, senza pregiudizi di sorta, pronto a recepire istanze e proposte che vadano incontro alle esigenze delle nostre comunità che, nei diversi ruoli, ci hanno eletti e scelti perché ne fossimo la guida".

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