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Soppressione delle province in Abruzzo: Chieti è salva

Varata la circolare ministeriale con i criteri per la riduzione: restano solo quelle con più di 350.000 abitanti, come Chieti, e i capoluoghi di regione come L'Aquila

Pescara provincia di Chieti, Chieti provincia di Pescara, Chieti e Pescara provincia di Sambuceto. Provincia sì, provincia no.

Da oggi il tormentone sulla soppressione delle province e l’eventuale unione tra le “attaccate”  Chieti e Pescara se non finirà, di certo assumerà toni diversi.

Questa mattina il Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi ha infatti varato la circolare ministeriale con i criteri per il riordino delle province previsti dal decreto sulla spending review.

Un provvedimento che, al di là del dibattito in corso e di ogni campanilismo, non lascia dubbi agli Enti provinciali: restano solo quelli con più di 350.00 abitanti e un'estensione di superficie non inferiore ai 2500 chilometri quadrati, oltre che i capoluoghi di regione.

In Abruzzo allora, restano Chieti, capoluogo di una provincia che di abitanti ne ha 397.415 e L’Aquila, con un numero di abitanti nella sua provincia, circa 310 mila, inferiore a quello richiesto, ma pur sempre capoluogo di regione.

E Pescara e Teramo? Accorpando le due province, si raggiungerebbe il numero richiesto dal Ministero per garantire la sopravvivenza di una provincia. Tuttavia in questo modo il numero di province supererebbe le 43 stabilite dal Governo Monti, incluse 10 città metropolitane.

Sarà compito del consiglio delle autonomie locali, composto dai rappresentanti degli enti territoriali, formulare un'eventuale proposta sulle due realtà abruzzesi.

Le nuove province nel disegno del Governo eserciteranno competenze in materia ambientale, di trasporto e viabilità.

La soppressione e creazione delle stesse avverrà entro il primo gennaio 2014.

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