"Io ci sarò ancora", lo spettacolo sul caso Moro al Fenaroli di Lanciano
"Io ci sarò ancora. Il caso Moro, 1978 - 2018" arriva al teatro Fenaroli di Lanciano venerdì 16 marzo. Il testo di Marco Bellelli, è adatto e diretto da Eva Martelli e vede in scena lo stesso Bellelli e Paolo Sideri.
Note di regia:
Due uomini, due generazioni, due voci al servizio di una storia difficile e complicata. Un rebus che non trova soluzione, ma che vale la pena affrontare per capire il presente. Un percorso di ricerca che parte dal ritrovarsi in un “non luogo”, una zona d’ombra, dove l’unica certezza è che la strada si compie insieme e a turno si assumono i ruoli di questa tragedia collettiva. La regia e il lavoro drammaturgico di Eva Martelli indagano proprio il senso di afasia che irrompe quando ci si appresta a raccontare una tragedia. Lo sforzo per contrastare questa difficoltà produce frammentazione e necessità di compiere atti tesi a comprendere il ruolo del prigioniero e del carceriere. E' necessario sperimentare cosa succede quando si è reclusi in una prigione fisica e mentale, cosa significa mettersi nei panni del morto, divenire un “fagotto gettato dietro il sedile posteriore della Renault color amaranto parcheggiata in via Caetani” come scrisse Miriam Mafai il 10 maggio 1978. La “sconcia stiva” è il punto di partenza e il punto di arrivo. È necessario aprire la stiva e svuotarla, trovarsi di fronte al “carico” e farsene carico, ricostruire le fasi dello stivaggio e indagarne il percorso e poi caricare di nuovo con la consapevolezza di ottenere maggiore pesantezza. Un serio gioco di pieni e di vuoti alla ricerca di un senso che possa gettare luce su un grande naufragio. Un naufragio dal quale si sopravvive cambiati e non si può far altro che “passare il testimone”. Il testo di Marco Bellelli, oltre a voler essere un tributo alla memoria di uno dei più grandi statisti della storia repubblicana, rappresenta il tentativo di raccontare i 55 giorni del caso Moro attraverso uno sforzo narrativo ampiamente documentato, basato sulle cronache del tempo, sugli atti della Magistratura e delle Commissioni Parlamentari, e sulla ricca e autorevole pubblicistica dedicata alla vicenda. Ne scaturisce, attraverso un salto indietro nella storia d’Italia, un racconto appassionato, utile alla memoria collettiva e alle nuove generazioni.