Al Mumi la mostra "Il silenzio uccide" dice no alla violenza sulle donne
Sarà inaugurata venerdì 11 maggio, alle ore 18.30, la mostra d'arte "Il silenzio uccide", al museo Michetti di Francavilla al Mare. Saranno presenti il sindaco di Francavilla al Mare, Antonio Luciani, la vice-sindaco e assessore alle politiche sociali Francesca Buttari, l'associazione Medea Abruzzo con la psicologa Tiziana Di Gregorio, l'associazione Cuore Nazionale Abruzzo, con il presidente Francesco Longobardi e con la critica del professor Max Volpa. La mostra si potrà visitare fino al 27 maggio.
La mostra d'arte "Il silenzio uccide" è nata dalla volontà delle artiste - Natalia Orsini di Pescara, Simona Lucidi e Rita Bruni di San Benedetto del Tronto - che, nonostante le differenze tecniche pittoriche e fotografiche, hanno in comune un unico scopo: denunciare, attraverso l'arte, l'ormai agghiacciante argomento della violenza sulle donne e non solo, che sui media sentiamo troppo spesso citare.
Attraverso questa mostra, che girerà l'Italia, le artiste vogliono dare voce al silenzio di chi soffre e continua a subire questa tragedia. L'arte è una forma di comunicazione e questo trio di artiste, attraverso le loro personalità, le loro idee ed il loro vissuto vogliono sensibizzare la società che ancora oggi è condizionata da ipocrisie e falsi moralismi. Censurare, tappare la bocca, non è un atto possibile perché davanti alla morte di tantissime persone, non ci si può fermare. Le artiste in qualche modo, vogliono dire "basta".
Le artiste:
Simona Lucidi: Rappresenta la sua poetica “Pop” attraverso la rappresentazione di particolari dei corpi e visi di donna caratterizzati da colori caldi e forti, con velature e pennellate eleganti. Le sue forme rimangono incastonate sulle tele come se l’artista avesse un obiettivo macro nell’occhio, che seziona le forme.
Natalia Orsini: la sua ricerca artistica richiama all’espressionismo materico nordeuropeo, infrange le convenzioni accademiche e si identifica in una sorta di Bodyart esteriore, affronta il rapporto uomo-donna provocando volutamente sensualità e turbamento. Il tutto viene completato con l’inserimento fisico di proprie estensioni corporee nelle composizioni, andando oltre l’iconografia dell’arte pittorica fino all’approccio concettuale dell’opera.
Rita Bruni: le sue fotografie s’allineano ad una sorta di equilibrio tra la sintesi pulita delle ombre e narrazione sequenziale delle tematiche, prevalentemente sociali.
In queste caravaggesche atmosfere si muovono eleganti e composte donne reali e nello stesso tempo simboli di consapevolezze, espressioni di energie vitali intense, piene di positivismo creativo.