Giornate Fai di Primavera a Chieti e dintorni sabato 19 e domenica 20 marzo
Ecco tutti i luoghi che saranno visitabili nel chietino, sabato 19 e domenica 20 marzo, in occasione delle Giornate Fai di Primavera.
* Luogo fruibile a persone con disabilità fisica
C Luogo normalmente chiuso al pubblico
Chieti - Saloni storici di rappresentanza della Prefettura - A fronte del successo del 2012, la Delegazione di Chieti riaprirà le splendide sale di rappresentanza dell’alloggio privato del Prefetto, di norma non aperte al pubblico. L’edificio della Provincia di Chieti, che include la Prefettura, fu progettato ed edificato nell’area dedicata a San Domenico, edificio sacro abbattuto alla fine del secolo precedente; dal 1912 esso costituisce una delle ossature principali dell’urbanistica del Corso Marrucino di Chieti. Le belle stanze della residenza del Prefetto sono impreziosite dalle due importanti tele di due protagonisti della scena pittorica abruzzese del XIX secolo: il “Christus Imperat” di Valerico Laccetti, un olio su tela di oltre tre metri di altezza per quasi cinque di larghezza, firmato dall’artista e datato 1884; e “Il suono e il sonno” di Basilio Cascella, opera olio su tela di 2,65 m. di altezza per 3,5 m. di larghezza, firmato dall’artista e datato 1894. La prima opera fu presentata nell’Esposizione Internazionale di Roma del 1882. Tale data, indicata nel primo catalogo della “Pinacoteca” cittadina da Francesco Verlengia nel 1956, appare, secondo Bianca Saletti, corrispondere alla notizia che il pittore dal 1880 per quattro anni si dedicò all’esecuzione di quest’opera che venne esposta a Roma nel 1883 all’Esposizione Internazionale in cui era presente anche Il Voto di Francesco Paolo Michetti. La seconda opera, la più nota di Basilio Cascella, fu presentata all’Esposizione di Brera del 1894 dopo una non ufficiale, presso la Promotrice Salvator Rosa di Napoli. Per il tema, decisamente inconsueto, e per le dimensioni, essa suscitò un ampio interesse di critica e di pubblico. Immersa in una quiete bucolica, la composizione accoglie l’immagine del pastore musicante della tradizione, della donna addormentata e dei nudi femminili, evocazione simbolica dei sogni. Nel 1916 Giannelli menziona, nel suo studio sugli artisti napoletani viventi, l’opera di Cascella definendola “disinvolta”, soprattutto per quel che riguarda, nel primo piano, la descrizione dettagliata della “natura morta” (i fiori e gli arbusti), e la rapidità della sua tecnica diviene caratteristica di pregio assoluto. Acquistata dalla Provincia di Chieti, essa è stata esposta nella mostra personale di Basilio Cascella, Mostre di “Fiamma” del 1930 e alla personale organizzata dal figlio Michele presso l’Associazione Abruzzese Circolo di Roma a Palazzo Barberini, con una presentazione di Giorgio de Chirico.
Ortona - Istituto Nazionale Tostiano - Il centenario della morte di Tosti rappresenta un appuntamento centrale per l’intera Regione: Francesco Paolo Tosti è patrimonio internazionale condiviso da tutto l’Abruzzo e la Delegazione di Chieti aderisce con la Giornata di Primavera “all’Anno tostiano 2016”, promosso dall’Istituto Nazionale Tostiano. Tosti fu un personaggio originale nel panorama otto-novecentesco dei musicisti italiani, una figura assolutamente moderna e versatile che tutt’oggi gode di un rinnovato successo planetario. In questo periodo di grandi difficoltà per gli enti locali nel sostenere il settore culturale, il FAI vuole porre l’attenzione anche sulla necessità di preservare dal decadimento le migliori istituzioni regionali. L’Istituto Nazionale Tostiano, col suo ricco patrimonio e l’intenso lavoro di studio e ricerca, rappresenta per la Regione l’eccellenza in campo musicologico e una realtà che funziona e restituisce cultura sul territorio. L’Istituto si occupa anche degli altri musicisti abruzzesi e più in generale della musica vocale da camera e di vari settori della cultura musicale, un lavoro viene svolto in sinergia con istituzioni di cultura, editoria musicale di rilevanza internazionale e con un'intensa attività musicale, editoriale e discografica, l'attivazione di corsi di perfezionamento internazionali e l'organizzazione di mostre, seminari e convegni e di concorsi in Italia e all'estero. Da oltre 25 anni collabora con le più importanti università europee, asiatiche e americane e con i più prestigiosi teatri e accademie del mondo. L’Istituto è ospitato nei locali di Palazzo Corvo, antico edificio ubicato nel centro storico di Ortona. Esso possiede un ricco patrimonio di oggetti e documenti di notevole interesse storico ed artistico legato, oltre che alla figura di Tosti, al musicista G. Albanese, al baritono G. De Luca e ad altre personalità della vita italiana. L’Istituto Nazionale Tostiano, dal 2009, è riconosciuto istituto culturale di rilevanza nazionale ai sensi della L. 534/96 (DM 17/11/2009-G.U. n.294 18/12/2009). Oltre alle attività artistico-musicali, la produzione scientifica e di formazione, l’Istituto ha una biblioteca, che contiene circa quindicimila documenti musicali e quattro archivi di notevole interesse storico, e il Museo Musicale d’ Abruzzo – Archivio F. P. Tosti.
Canosa Sannita
Palazzo Martucci – Museo della Guerra per la pace (C) - Palazzo Martucci – Museo della Guerra per la Pace a Canosa Sannita aprirà le sue porte ai visitatori Sabato 19, ore 10:00 - ore 12:30 ore 16:00 - ore 19:00 e Domenica 20, ore 10:00 - ore 12:30 ore 16:00 - ore 19:00. L’edificio nobiliare, tuttora residenza private della famiglia dei Conti Martucci, sorge su strutture del XVI secolo e nel corso del tempo ha subito numerose modificazioni. Le sale dell’aristocratica dimora ospitano un Museo, riconosciuto dalla Regione Abruzzo nel 2002, che ripercorre la storia secolare della famiglia e al tempo stesso, attraverso rari cimeli, divise, armi e immagini ricostruiscono uno straordinario e percorso attraverso i principali eventi bellici che hanno interessato il nostro Paese, a partire dalle Guerre di Indipendenza, per arrivare all'ultimo conflitto mondiale. Tra le cose più curiose che riguardano i sue siti aperti dalla Delegazione FAI di Lanciano segnaliamo a Canosa Sannita il complesso sistema ipogeo che si sviluppa sotto Palazzo Martucci che comprende la cisterna e la neviera, ambienti entrambi visitabili e di grande suggestione.
Castel Frentano
Cappella della Santissima Trinità annessa al palazzo dei baroni Vergilj (C) - La cappella della Santissima Trinità annessa al palazzo dei Baroni Vergilj a Castel Frentano apre al pubblico per la prima volta dopo oltre un quarantennio di chiusura e di abbandono grazie all’impegno della Delegazione FAI di Lanciano che si è adoperata per rendere possibile un progressivo recupero dell’edificio che custodisce tra le sue mura numerose opere d’arte realizzate a cavallo tra ‘600 e ‘700 e preziose suppellettili che potranno finalmente tornare ad essere ammirate da un più vasto pubblico. L’apertura ufficiale è sabato 19 dalle ore 10: 00 alle 12:30 e poi dalle 16:00 alle ore 19:00 e Domenica 20 dalle ore 10:00 alle 12:30 e dalle 16:00 alle ore 19:00. La mattinata di Venerdì 18, dalle ore 10:00 alle ore 12:30 l’ingresso sarà riservato alle scuole con gli Apprendisti Ciceroni della Scuola Secondaria di Secondo Grado "Eduardo Di Loreto" di Castel Frentano. La cappella della Santissima Trinità custodisce le spoglie di Mons. Iginio Vergilj nato nel 1674 e morto nel 1739, le cui spoglie furono ritrovate incorrotte nel 1849 dando origine alla leggendaria figura del “Beato” che sarebbe stato preservato dalla corruzione del corpo come segno degli alti meriti spirituali. Più ragionevolmente si può pensare che la conservazione del cadavere sia avvenuta grazie al verificarsi di particolari condizioni fisiche, chimiche e microbiologiche che ne ha arrestato i processi di decomposizione. Castel Frentano sarà pronta ad accogliere i visitatori con l’apertura, a cura del comitato “Ripensiamo il Centro Storico di Castel Frentano”, anche degli altri edifici monumentali della sua parte antica e ospiterà altri eventi locali tra i quali si segnala, a chiusura della manifestazione Domenica 20 Marzo alle ore 21.00, presso il teatro comunale di Castel Frentano, la commedia di teatro "La Santa Passione". Cinque quadri scenici della Settimana Santa a Castannove con i canti antichi delle "cumpagnie" portati sul palcoscenico dalla compagnia Teatrale “Di Loreto – Liberati”.
Carunchio
Chiesa di San Giovanni Battista (*) con il suo Organo Monumentale - La Chiesa sorge nel punto più alto del borgo fortificato di Carunchio e risale al XVI sec.. Degno di rilievo è il portale settecentesco in pietra, opera di scalpellini della bottega dei Calvitto di Pescopennataro. In fondo alla navata unica voltata a botte e decorata in un raffinato barocco seicentesco, collocato su una coeva cantoria lignea settecentesca che sormonta l’altare, spicca il monumentale organo del 1775, opera di F. P. D’Onofrio di Caccavone, con 45 tasti, 8 pedali e 31 canne, ancora perfettamente funzionante. L'organo di Carunchio è tuttora considerato uno dei più eccezionali dell'Italia Centrale, vista la presenza di tanti accessori e i particolari accorgimenti tecnici di straordinario valore armonico.
Chiesa del Purgatorio o di Santa Maria (*) - La piccola Chiesa del Purgatorio è di chiare origini medievali e si presenta con un prezioso rosone e un portale in pietra decorato con eleganti motivi a fogliame.
Al suo interno, invece, la navata unica custodisce un ciclo di affreschi rinascimentali, suddiviso in 9 riquadri, probabilmente quattro-cinquecenteschi, della Passione di Cristo, scoperti solo nel 1997, dopo essere rimasti sepolti sotto uno strato di calce dalla prima guerra mondiale. Tra tutte le scene, a destare maggiore interesse per la sua unicità, è quella definita dell’Ultima Cena, dove, all’usuale rappresentazione del Cristo e dei discepoli, si aggiungono due figure in piedi: sulla sinistra, una figura maschile, di profilo e palesemente estranea alla scena per via dell’acconciatura e del berretto rinascimentali, rappresenta presumibilmente il committente dell’opera oppure l’artista stesso; mentre, alle spalle di Cristo, occupa lo spazio centrale della scena una figura femminile dai lunghi capelli e con un’ampolla tra le mani: una donna che va identificata con la protagonista di un episodio evangelico avvenuto ben prima dell’Ultima Cena e di cui raccontano i quattro evangelisti sebbene in modo differente, Maria Maddalena. Questa singolare presenza lascia ipotizzare che nell’affresco si potrebbe identificare la scena come la Cena a Betania anziché l’Ultima Cena. E in questo caso ci troveremmo di fronte ad un’opera unica nel suo genere. Le caratteristiche iconografiche di questo affresco hanno attirato l’attenzione di alcuni studiosi dell’Università di Firenze e dell’Università Bordeaux Montaigne in Francia.
L’affresco ha bisogno di interventi e restauri, e di finanziamenti. L’Amministrazione e il Sindaco, molto attenti a questo tesoro e alla tutela del territorio, vanno incoraggiati e sostenuti in ogni iniziativa idonea a conservare, far conoscere e salvaguardare il ciclo di affreschi appena descritto.