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TPL: apertura prima fase delle procedure di raffreddamento e conciliazione

I sindacati comunicano l’apertura delle procedure di raffreddamento e conciliazione per l’intero settore del trasporto pubblico locale, affidato alle imprese pubbliche e private titolari delle concessioni del servizio su gomma della Regione Abruzzo

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

Le scriventi Organizzazioni Sindacali comunicano l’apertura delle procedure di raffreddamento e conciliazione per l’intero settore del trasporto pubblico locale, affidato alle imprese pubbliche e private titolari delle concessioni del servizio su gomma della Regione Abruzzo.

 

            Il ricorso a detto procedimento nei confronti della Giunta Regionale, si rende necessario alla luce sia dei differimenti ingiustificati nel programma di unificazione della aziende regionali di trasporto pubblico locale di proprietà della Regione Abruzzo (Arpa Spa, Gtm Spa, Sangritana Spa) e sia per le scelte inadeguate che vanno delineandosi relativamente all’individuazione dei bacini da sottoporre a gara nell’ambito del processo di riordino del settore, così come disciplinato dalle normative nazionali vigenti.

 

            Nello specifico si riscontrano ritardi immotivati nella costituzione di un’unica azienda pubblica per lo svolgimento dei servizi di trasporto locale mediante la fusione di Arpa, Gtm e Sangritana (ramo gomma) sebbene la materia sia disciplinata da ben due Leggi Regionali (n.1/2011 – n.1/2012) nonché dalla Risoluzione del 1° agosto 2012 con la quale il Consiglio Regionale ha impegnato il Presidente Chiodi e la propria Giunta, nella celere prosecuzione e conclusione del processo aggregativo.

 

            Le scriventi riaffermano l’importanza della aggregazione delle aziende che, in un contesto di forti restrizioni delle risorse destinate al settore e che ha già determinato, nella sola Regione Abruzzo, un taglio delle corse nella misura di cinque milioni di km, favorirebbe una programmazione dei servizi più attenta, razionale ed appropriata alle esigenze di mobilità dei cittadini/utenti.

 

Con una dimensione aziendale più ampia sarebbero facilitate inoltre importanti economie di scala, come quelle relative alle sovrapposizioni, nonché quegli sprechi originati da numerosi ed inutili Consigli di Amministrazione, Collegi Sindacali e dalle tante figure apicali dirigenziali. Una situazione inammissibile e non più sostenibile nella quale vengono male utilizzate le già esigue risorse destinate alla mobilità pubblica.

 

 

            Anche rispetto al processo di riordino complessivo del settore, le scriventi Organizzazioni Sindacali non condividono i contenuti e le scelte indicate nel documento istruttorio prodotto dalla Regione Abruzzo per l’individuazione degli ambiti territoriali da mettere a gara.

 

            La soluzione dei quattro bacini proposta dalla Regione, in attuazione di quanto previsto dall’art 3 bis del D.L. 13 agosto 2011, n. 138, denota numerose criticità. La proposta, infatti, non considera la evidente orografia e disomogeneità del territorio e la contestuale diversa domanda di mobilità, così come non sembrano funzionali le soluzioni individuate per il capoluogo di Regione, escluso paradossalmente dall’integrazione con i restanti servizi in ambito regionale.

 

            Un unico bacino regionale con un gestore unico ed un unico contratto di servizio consentirebbe, al contrario, un trasporto pubblico locale con una prospettiva industriale solida in grado di assicurare da un lato vantaggi all’utenza e dall’altro la salvaguardia dei livelli occupazionali del settore.

 

            Il Governatore Chiodi e la sua Giunta, pur avendo accertato dai piani di fusione realizzati dalle stesse società regionali di t.p.l., che l’aggregazione delle aziende pubbliche non solo non genera esuberi e costi aggiuntivi per la collettività, ma al contrario produce razionalizzazioni e migliori servizi, continuano a rinviare nel tempo la realizzazione delle “Newco”.

 

Un fatto grave che altresì induce e incoraggia le aziende a perseverare, sempre ognuna per proprio conto, in quelle politiche gestionali che rispondono alle logiche della vecchia politica.

 

Non va inoltre sottaciuto che la celere costituzione della “Newco” consentirebbe, in prospettiva, alla nuova e più importante impresa regionale, una adeguata capacità competitiva nell’ambito dell’avviato processo di liberalizzazione del settore.

 

Vi è inoltre l’inaccettabile immobilismo sulla proposta di integrazione, nella azienda unica, anche del ramo “ferro” della Sangritana.

 

Fermi restando i tempi del processo di riordino fissati dalle norme regionali sopra richiamate, è evidente quanto logiche improprie e ingiustificate siano alla base di scelte che producono solo effetti negativi sulla collettività: a chi giova questo immobilismo ? A quando scelte che siano frutto di una classe politica responsabile e non più vittima di un assurdo provincialismo ?

 

Il pragmatismo proficuo che ha contraddistinto i tavoli di confronto con l’Assessorato ai Trasporti e la visione costruttiva di parte della politica, tanto tra chi in Regione si adopera nel ruolo di governo (in primis l’Assessorato competente) quanto tra chi esercita i compiti della minoranza, devono trovare riscontri concreti ed immediati.

 

Per sostenere tali motivazioni ed indurre la Giunta Regionale a dare seguito celermente a quanto l’intero Consiglio Regionale ha già deliberato, le scriventi Segreterie Regionali dichiarano ufficialmente l’apertura delle procedure di raffreddamento e conciliazione così come previsto dall’art.2, comma 2 della Legge 146/90, modificata dalla Legge 83/2000, e dalla provvisoria regolamentazione del settore inerente l’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali.

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