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Economia

Tassa sui rifiuti: Chieti è il capoluogo abruzzese dove si registra l'aumento maggiore

Con un incremento di oltre il 13%, il capoluogo teatino supera la media nazionale delle tariffe sulla Tari

Chieti è la città capoluogo d'Abruzzo in cui la tassa sui rifiuti è aumentata maggiormente rispetto all'anno scorso: il rincaro medio è del 13,4%. È il dato che emerge dai dati diffusi dall’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva.

La rilevazione, realizzata nell’ambito del progetto “Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino”, finanziato dal Ministero dello Sviluppo economico (DM 7 febbraio 2018), prende come riferimento nel 2019 una famiglia tipo composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri.

I teatini non solo pagano più della media nazionale della Tari, che si attesta a 300 euro, ma superano anche quella regionale, che arriva a 326 euro a famiglia. Cifre che si discostano di gran lunga da quelle delle regioni che chiedono meno ai loro cittadini per la tassa sui rifiuti: a pagare meno è chi vive in Trentino Alto Adige (190 euro), mentre la Campania presenta il conto più salato (421 euro). Catania è il capoluogo di provincia più costoso (504 euro, con un aumento del 15,9% rispetto al 2018), mentre Potenza risulta il più economico (121 euro e un decremento del 13,7% rispetto al 2018)

Analizzando le tariffe dei 112 capoluoghi di provincia esaminati, sono state riscontrate variazioni in aumento in circa la metà, 51 capoluoghi; tariffe stabili in 27 capoluoghi e in diminuzione in 34. A Matera l’incremento più elevato (+19,1%), a Trapani la diminuzione più consistente (‐16,8%). A livello di aree geografiche, i rifiuti costano meno al Nord (in media 258 euro), segue il Centro (299 euro), infine il Sud, più costoso (351 euro).

Tornando all'Abruzzo, gli aquilani sono quelli a sborsare la cifra maggiore, 373 euro, mentre scendono sotto la media regionale i pescaresi (283 euro), contro i 291 di Teramo. A Chieti, come detto, la media è di 357 euro a famiglia, ma colpisce la variazione tra un anno e l'altro, che supera il 13%, mentre Pescara registra +3,6% e Teramo addirittura un decremento del 9,2%. 

Per quanto riguarda la raccolta differenziata, si va dal 61,4% di Teramo al 35,7% dell’Aquila, con Chieti che raggiunge il 60,5%, superando la media regionale del 56%, e Pescara il 36,2%.

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