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Tares, faccia a faccia Comune-Confesercenti: "La vertenza resta aperta"

L'assemblea promossa da Confesercenti. Il direttore Legnini: "Categoria non soddisfatta delle risposte dell'aAmministrazione, prosegue la battaglia per una riduzione del carico fiscale". Si è parlato anche di marketing per il centro storico e Megalò 2

"Le piccole imprese di Chieti non possono essere considerate il bancomat della pubblica amministrazione. Sono già gravate dall’aliquota Imu massima: per alcune tipologie di imprese, come ristoranti e ortofrutta, la Tares ora vuol dire aumenti fino al 300 per cento. Sono incrementi fuori da ogni logica sui quali il Comune deve intervenire. E la vertenza resta aperta". Lo afferma Lido Legnini, direttore provinciale di Confesercenti, dopo l’affollata assemblea di commercianti e artigiani di Chieti Alta e Chieti Scalo arrivati giovedìsera al Theate Center, sede dell’associazione di categoria, per un faccia a faccia con il Comune sulle questioni aperte a partire proprio dalla Tares.

"Ringraziamo gli assessori Viola e Melideo per la loro partecipazione e la disponibilità al confronto – sottolinea Danilo D’Urbano, presidente comunale di Confesercenti – ma le risposte fornite non ci hanno soddisfatto. L’unica apertura che abbiamo riscontrato è sulla possibilità di dilazionare il pagamento e di aprire una concertazione sulla tassa che, dal prossimo anno, assorbirà anche la Tares, ovvero la Iuc: ma chiedere alle sole imprese di farsi carico di una tassazione così elevata è assolutamente insostenibile".

La nutrita rappresentanza di commercianti, artigiani e operatori turistici ha chiesto al Comune delucidazioni anche sul piano di marketing per il centro storico, che il settore aspetta da anni, e sul fronte Megalò 2. "Vigileremo sugli impegni assunti ieri sera dal Comune sull’imminente presentazione del Piano, che chiediamo di condividere assieme ai consorzi di via ed alle associazioni di categoria – conclude Legnini – e ci aspettiamo che l’amministrazione prenda atto del diverso orientamento dell’autorità di bacino sul progetto Megalò 2 a difesa del territorio e della sicurezza, che per noi equivale anche ad una maggior tutela del diritto al lavoro degli esercenti di Chieti ed un argine allo strapotere della grande distribuzione".

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