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I sindacati: "Il Cotir è al collasso"

Gli stipendi non corrisposti ai lavoratori sono 17, tanti quanti i mesi di commissariamento

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

Sono trascorsi oltre 5 mesi dal dicembre dello scorso anno quando i dipendenti del Cotir di Vasto indissero un’assemblea permanente che si protrasse per 2 settimane. La  protesta aveva una ragione nell’immobilismo espresso dalla Regione nei confronti della vertenza relativa ai Centri di ricerca. Da allora nonostante gli oltre 17 mesi di commissariamento e le roboanti dichiarazioni sulle imminenti strategie da mettere in campo per dare stabilità di lungo respiro ai Centri di ricerca, ad oggi nulla è cambiato. Anzi, le cose sono  peggiorate perché con la messa in liquidazione degli Enti la progettualità si è bloccata e, oggi, immaginare quel futuro illustrato a dicembre scorso davanti agli organi di stampa dalla Regione e dai Commissari liquidatori, è davvero difficile.

Gli stipendi non corrisposti ai lavoratori sono 17, tanti quanti i mesi di commissariamento. Il paradosso oggi è che diverse decine di migliaia di euro di fondi  della vecchia progettualità non possono essere rendicontati perché gli stipendi non sono stati pagati e quindi andranno, molto probabilmente, irrimediabilmente persi. Questo stato dei fatti sembra non preoccupare i Commissari e la Regione che li ha nominati. Danno e beffa, questo e ciò che viene riservato alla ricerca per lo sviluppo agro-alimentare ed ai lavoratori.

Alla volontà espressa dall’Assessore all’Agricoltura Pepe in qualità di referente Regionale, di riorganizzare e far crescere i Centri per le loro competenze nella ricerca applicata e sperimentale nel settore agroalimentare, ambientale e per questo strategici allo sviluppo del territorio regionale,  non sono seguiti i fatti. Dopo mesi di attesa, della riorganizzazione tanto sbandierata anche con atti ufficiali della Regione, si è persa ogni traccia visto che nulla di concreto è venuto fuori dagli incontri dell’11 e del 19 maggio u.s. tenuti presso la Sede della Regione in Piazza dell'Unione. Incontri convocati dall’Assessore Pepe per discutere del piano di riordino e della road map per giungere all’approvazione della legge di riordino. Invece, dopo 17 mesi di commissariamento e di stipendi arretrati, nonostante l’impegno iniziale era quello di completare il riordino al massimo entro giugno 2015, è stato chiesto ai lavoratori dei Centri di rimanere in attesa in ragione di ulteriori verifiche su eventuali residui di bilancio regionale da eseguirsi entro giugno 2016. Oltretutto è davvero singolare la strategia di riordino delle partecipate messa in atto dalla Regione Abruzzo, non viene fatta secondo un programma, criteri e obiettivi definiti.  Si va a braccio e la responsabilità della Regione è che, nonostante le attività di ricerca sono state tutte portate a termine, si è continuato a non risolvere i problemi  e ad indebitare l'Ente senza mettere in atto nessuna azione per contenerlo: la responsabilità non è certo dei lavoratori che senza stipendio hanno onorato tutti gli impegni assunti.

Il Cotir è al collasso e non ci sono più le condizioni perché la Regione continui a temporeggiare nel trovare la soluzione più idonea e utile per tornare ad investire nella ricerca per lo sviluppo di questo settore che l'Abruzzo si merita e svolta da sempre dai due Centri Regionali restituendo finalmente  ai lavoratori un dignitoso ruolo costruito anche sui diritti.

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