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Economia

Banche: la riorganizzazione della Carichieti non convince la Cgil e la Fabi

La direzione ha deciso di cedere un'azienda del gruppo e di chiudere una filiale amministrativa dell'istituto di credito a Bologna. L'intervento del segretario regionale Fisac Cgil

Sindacati perplessi dinnanzi al percorso di riorganizzazione della Carichieti. Il futuro dell’unica banca che ha ancora il 100% della proprietà in provincia preoccupa i lavoratori.

A fine agosto la direzione ha deciso di cedere  un’azienda del gruppo, la Genesi, a una società di Ortona e qualche mese dopo di chiudere una filiale amministrativa dell’istituto di credito a Bologna.

Al segretario regionale Fisac Cgil, Francesco Trivelli non sfuggono le modalità differenti con cui sarebbero stati affrontati i vari cambiamenti.

IL PASSAGGIO DI PROPRIETA' La Genesi, società di informatica ed elettronica avente sede a Chieti, nel passaggio di proprietà ha ‘ceduto’ 14 dipendenti su 24 a Ortona “eludendo il confronto previsto
dall’articolo 19 del vigente ccnl – spiega il segretario Trivelli – così una parte dei dipendenti è stata assunta dalla Carichieti beneficiando del contratto del settore del credito, che per alcuni ha significato la promozione e l’inserimento in un percorso di carriera. Gli altri lavoratori sono invece stati ceduti rinegoziando le proprie retribuzioni e senza le dovute garanzie per il futuro lavorativo”.

LA CHIUSURA DEGLI UFFICI A BOLOGNA Ombre anche sulla vicenda riguardante la chiusura degli uffici amministrativi che la Cassa di Risparmio di Chieti possiede a Bologna, i cui lavoratori provenivano da Flash Bank e prima ancora da Safibo. Anche qui la logiche applicate non convincono la Fisac. “Quando Flash Bank venne incorporata in Carichieti mancò l’attuazione della prevista informativa sindacale, con la quale avremmo potuto trovare migliori soluzioni” sottolinea Trivelli. Il 2 ottobre scorso è stata consegnata un’informativa sulla chiusura della filiale di Bologna: un’operazione avrà ricadute su sei dipendenti che devono essere ricollocati. Ma dove? “A San Salvo? Nell’hinterland chietino?”si chiede Trivelli ricordando cosa è stato offerto ai lavoratori. Ci sono buone probabilità per questi di essere espulsi dal mondo del lavoro.

“La città ha il diritto di sapere ciò che accade anche fuori. Non vorremmo che la Carichieti facesse la stessa fine della Banca Popolare di Lanciano e Sulmona” continua il segretario della Fisac Cgil. La prerogativa resta comunque la salvaguardia di decine di posti di lavoro. “Nei prossimi giorni -conclude Trivelli  - ci troveremo a svolgere una trattativa difficile e per mantenere le garanzie acquisite è indispensabile un confronto tra Fondazione Carichieti, controllata spa e sindacati territoriali. Chiediamo alla banca di assumersi le proprie responsabilità. Il lavoro è un bene comune”.

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