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Quota 100, quasi 5000 possibili pensionati nella scuola. La Cisl avverte: "Impatto devastante in Abruzzo"

L’Ufficio Scolastico Regionale ha comunicato alle organizzazioni sindacali che sono 4857 i possibili aventi diritto alla pensione da settembre: circa il 25% del personale di ogni singola scuola

Sono 4857 i dipendenti della scuola in Abruzzo che potrebbero andare in pension a settembre per effetto dell'introduzione della quota 100, a fronte di 433 domande di pensione di docenti ed Ata presentate nei termini previsti (dicembre 2018). Lo ha comunicato l'Ufficio Scolastico Regionale alle organizzazioni sindacali, dopo un monitoraggio svolto tra novembre e dicembre per acquisire dalle scuole gli elenchi del personale nato tra il 1952 ed il 1957 confermando "l’enorme rischio per la scuola abruzzese".

"Se il numero dei potenziali aventi diritto a livello nazionale è preoccupante, in Abruzzo rischia di essere devastante - commenta il segretario regionale della Cisl scuola, Davide Desiati -  E’ da ricordare che sono stati assunti gran parte dei vincitori dei concorsi espletati e la stragrande maggioranza delle graduatorie provinciali dei precari sono esaurite, quindi a settembre i posti liberi per i pensionamenti non avranno aspiranti e dei nuovi concorsi annunciati per il 2019 non si ha ancora traccia. Inoltre, non si tratterebbe di una situazione di un unico anno, perché una volta emanato il bando occorrono quasi 2 anni per ottenere una graduatoria di merito finale".

Quota 100 quindi potrebbe produrre oltre 10 volte il numero di domande normalmente presentate, interessando mediamente il 25% del personale di ogni singola scuola. "E’ facilmente comprensibile - osserva ancora Desiati - che se in una scuola venisse meno il 25% del personale in un unico anno, sarebbe necessaria una profonda riorganizzazione interna ed una revisione del piano dell’offerta formativa, perché in pensione andrebbero ovviamente le risorse umane più esperte. Tutto questo ad iscrizioni già fatte, per cui verrà delusa l’aspettativa di alunni e famiglie per quella particolare offerta formativa e per quel particolare personale nella scuola".

Insomma, per la Cisl il diritto di andare in pensione dei docenti ed Ata con almeno 38 anni di lavoro e 62 anni di età, rischia di produrre danno alla scuola abruzzese "semplicemente per la scelta di attuare una riforma senza creare prima le opportune condizioni per salvaguardare il sistema scolastico. E’ iniziato il conto alla rovescia - conclude la Cisl - e dopo il 28 febbraio si conoscerà l’entità effettiva del problema.

Nel frattempo in Abruzzo nel corso dell'ultima settimana le domande di pensione "quota 100"  sono state 1081, come reso noto giovedì dalla direzione regionale Inps: 321 hanno riguardato la provincia di Chieti.

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