D'Orsogna: 4 nuove concessioni di idrocarburi
La professoressa Maria Rita D'Orsogna, in un comunicato, evidenzia i limiti della Legge Regionale che, se da un lato vieta in zone sensibili abruzzesi le estrazioni di idrocarburi liquidi, dall'altro lascia campo aperto a quelli gassosi
La legge regionale approvata dal Consiglio Regionale di Gianni Chiodi nel gennaio del 2010 e che vieta in zone sensibili abruzzesi le estrazioni di "idrocarburi liquidi" mostra tutta la sua inadeguatezza e l'ignoranza di base di chi l'ha redatta.
La legge infatti lascia campo aperto agli "idrocarburi gassosi" per i quali non ci sono vincoli di alcun genere. Ma i principi della geologia sono semplici: sottoterra ci sono spesso miscele di gas e di petrolio e non e' sempre possibile distinguere fra i due.
I petrolieri allora ci riprovano e invece di far riferimento alla possibilita' di estrarre petrolio, parlano di estrazione di gas naturale. Sono di questi giorni infatti le richieste per ben 4 autorizzazioni a procedere per l'estrazione di "gas" dal Teramano e nel Pescarese.
Le concessioni sono quelle di Villa Mazzarosa e Villa Cipressi, in provincia di Teramo, per conto della Mediterranean Oil and Gas - la stessa di Ombrina Mare - e quelle di Santa Venere e Cipressi in provincia di
Pescara, per conto dell'Adriatica Idrocarburi, che fa capo all'ENI.
Le localita' interessate sono Cappelle sul Tavo, Citt Sant'Angelo, Collecorvino, Montesilvano, Moscufo, Pescara, Pianella, Spoltore, Atri, Castiglione Messer Raimondo, Castilenti, Cellino Attanasio, Elice,
Montefino, Penne, Mosciano S. Angelo, Teramo, Cermignano, Cellino Attanasio, Canzano, Castellalto, Notaresco, Bellante.
Anche se i petrolieri lo chiamano ora "gas", le tecniche utilizzate, i rifiuti prodotti, la presenza di idrogeno solforato, sono talquali per il gas che per il petrolio. Basti pensare che presso il lago di Bomba le
estrazioni di gas avranno bisogno di un desolforatore i cui principi sono del tutto simili al Centro Oli di Ortona.
A suo tempo tutte le associazioni ambientali, docenti universitari indipendenti e non al soldo di ENI o Assomineraria, avevano denunciato la possibilita' da parte delle ditte trivellanti di utilizzare il gas
naturale come cavallo di Troia per bucare il territorio, e sottolineato la necessita' di vietare anche l'estrazione di gas dall'Abruzzo.
Il governo regionale non ha voluto dare ascolto al parere degli esperti, e cosi' il ritorno dei petrolieri si e' concretizzato. A prendere decisioni su queste 4 concessioni sara' ancora una volta la VIA regionale di Antonio Sorgi, che dopo due anni ancora non riesce a dire il suo no definitivo alle estrazioni di gas a Bomba da parte della Forest Oil, sebbene tutto l'Abruzzo civile e libero abbia espresso in mille modi
il suo no.
Ci aspettano altre battaglie e chiediamo ai presidenti di provincia di Pescara, Guerino Testa e di Teramo, Valter Catarra e soprattutto ai cittadini di prendere informazioni, di indignarsi e di attivarsi contro
questi nuovi attacchi. Chiediamo altresi alla dirigenza regionale di rispettare la volonta' popolare e di dire una volta per tutte no all'Abruzzo minerario, senza prese in giro e senza altri stratagemmi
volti solo ad ingannare la gente.
Gianni Chiodi, oltre ad essere stato sordo di fronte alle argomentazioni di esperti veri, e testardamente ancorato alle sua scarsa consoscenza scientifica, ancora una volta si mostra incurante della sua terra, della
sua gente, e finanche della sua citta', Teramo.