rotate-mobile
Economia

Crescono gli occupati secondo la Cisl, ma la provincia di Chieti continua a subire gli effetti della crisi industriale

Il segretario interregionale della Cisl Leo Malandra snocciola i dati e si rivolge alla Regione Abruzzo: "Il quadro è ancora negativo dal punto di vista occupazionale perché non riusciamo ancora a raggiungere i livelli del 2008"

L’Abruzzo nel 2018 ha recuperato quasi 8 mila occupati rispetto al 2017, ma non riesce a riprendere i numeri degli anni precedenti la crisi economica. All’incremento degli occupati corrisponde un aumento del tasso di occupazione di 1,2 punti percentuali, che comunque rimane inferiore alla media nazionale.

I dati arrivano dalla Cisl Abruzzo Molise e sono stati presentati dal segretario generale Leo Malandra e dal professor Pino Mauro, economista e docente dell'università d'Annunzio.

Industria in negativo

Il trend positivo del mercato del lavoro, influenzato dall’incremento delle persone occupate nelle attività dei servizi, tuttavia non rassicura i vertici della Cisl regionale perché il settore dell’industria, che negli anni passati aveva registrato una leggera crescita, perde mano d’opera passando da 118 a 109 mila occupati. Solo il settore delle costruzioni registra un deciso recupero di 5 mila lavoratori ma non ha ancora raggiunto i 47 mila del 2008, insieme all’agricoltura che aumenta di 3 mila occupati in Abruzzo.

Ed è proprio la provincia di Chieti quella che più continua a subire gli effetti di una crisi dell’industria in termini occupazionali. Una spinta all’occupazione arriva nell’ordine dal territorio teramano, poi dalle province di Pescara, L’Aquila e Chieti.

I dati sull’andamento del mercato del lavoro arrivano anche dall’Inps e dal Ministero del lavoro che ci consegnano un 2018 con un saldo negativo tra assunzioni e cessazioni. “Abbiamo avuto, secondo il sistema delle comunicazioni obbligatorie, 44.527 nuove assunzioni contro 71.873 rapporti di lavoro che sono cessati, - osserva Malandra. Secondo l’Osservatorio del precariato, le aziende prediligono i contratti di lavoro a tempo determinato e stagionali, continuano a crescere i lavoratori somministrati e intermittenti e lo strumento dell’apprendistato viene sottoutilizzato ma nel contempo è indicativo l’aumento delle trasformazioni dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato (+11.934). Abbiamo ancora un’occupazione che non è di qualità e non è stabile perché comunque il contratto a termine e stagionale  regola la maggior parte  delle nuove assunzioni e le scelte politiche non sono riuscite a placare questo fenomeno”.

Sessanta mila disoccupati in Abruzzo

Secondo il rapporto della Cisl, il territorio regionale ha ancora 60 mila disoccupati con un tasso di disoccupazione che supera il 10% contro il 6,6% del 2008. Quasi il 30% dei giovani tra i 15 e 24 anni è disoccupato, ma sono ancora tanti quei giovani che non studiano non lavorano e non si formano. 40 mila ragazzi sono scoraggiati con un’incidenza del 22,2%. “Questo lieve aumento occupazionale e calo della disoccupazione ci lancia segnali di una timida ripresa rispetto al 2017 ma rispetto al 2008 all’appello mancano ancora 12 mila occupati” analizza il professor Mauro.

“La crescita dell’occupazione è stata sostenuta da un aumento delle esportazioni - così spiega i dati dell’Istat Leo Malandra - l’Abruzzo continua ad esportare incrementando i valori dei prodotti venduti sul mercato estero del 3,8% rispetto all’anno scorso e del 14,22% prendendo come riferimento il 2008. Questo flusso è determinato dal mezzi di trasporto. In un confronto provinciale la lieve crescita del territorio chietino rispetto a Teramo e Pescara, in termini di export, conferma la sua fondamentale incidenza a livello regionale grazie ad un apparato produttivo formato anche da un sistema di grandi imprese”.

Il tessuto imprenditoriale, secondo i dati di Movimprese sulla natalità e mortalità delle imprese italiane registrate alle Camere di Commercio, segna nel 2018 un saldo positivo tra aperture e chiusure, sono state registrate l’iscrizione di 8.408 nuove imprese e 7.512 chiusure di imprese esistenti. Il risultato di queste due dinamiche ha consegnato a fine dicembre un saldo positivo per  896 imprese, una crescita dello 0,60%.

Gli impegni della nuova giunta regionale

Segnali lievi, fragili e contraddittori tra i vari settori, di fronte ai quali la Cisl chiede alla nuova giunta regionale un incontro "per aprire un confronto sistematico e definire programmi di sostegno allo sviluppo dei nostri territori. L’Abruzzo ha bisogno di una politica regionale di programmazione mirata e cantierabile - concluddue Malandra - per ridare respiro all’economia attraverso azioni di aiuto al sistema imprese con infrastrutture, investimenti, un sistema favorevole del credito. Una strategia di rilancio dell’economia abruzzese può arrivare proprio dalla riapertura dei cantieri per realizzare le infrastrutture, in gran parte bloccate".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Crescono gli occupati secondo la Cisl, ma la provincia di Chieti continua a subire gli effetti della crisi industriale

ChietiToday è in caricamento