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Economia Lentella

Lentella, bocciato l'ampliamento della cava, la Laterlite rischia la chiusura

L'azienda chiede la cassa integrazione per quasi 70 lavoratori dal 15 luglio: non si può ingrandire la cava di argilla per produrre argilla espansa, nonostante i buoni risultati. Solidarietà di sindacati e Confindustria

Il comitato Via (Valutazione di impatto ambientale) boccia l’ampliamento della cava di argilla a Lentella e l’azienda associata Laterlite spa, con la materia prima in esaurimento, chiede la cassa integrazione ordinaria per 66 della durata di 13 settimane, a partire dal 15 luglio.  È l’allarme lanciato dai sindacati, che temono l’ennesima tegola sullo scenario occupazionale della provincia di Chieti, aggravata dal fatto che la Laterlite viaggia su acque sicure e bloccherebbe la produzione solo per mancanza della materia prima.

La cava usata attualmente è 100mila metri quadrati: la società sarebbe voluta arrivare a 220mila. Ma la Regione ha detto no, per motivi ambientali. E adesso la produzione rischia di chiudere i battenti. Mercoledì (19 giugno) i lavoratori si sono riuniti insieme ad una delegazione della proprietà e al sindaco di Lentella, Carlo Moro. “obiettivo dell assemblea – spiegano i segretari provinciali di Filca Cisl, Fillea Cgil e Feneal Uil Gianfranco Reale, Lamberto Vespasiano e Arnaldo Schioppa - la valutazione congiunta di tutte quelle iniziative da mettere in campo per salvaguardare i posti di lavoro, messi a rischio dal no giunto dal Comitato Via”.

“Da oggi il futuro diventa meno certo – proseguono - se non si trovano a breve delle soluzioni condivise e non strumentali atte a far tornare sui propri passi chi in maniera piuttosto maldestra ha deciso di bloccare un azienda che negli anni ha continuato ad investire sul territorio, creando occupazione e ricchezza". Soprattutto perché il territorio di Lentella, minuscolo paese da neppure 800 anime della comunità montana medio-vastese, non offre alternative occupazionali.

I sindacati stanno valutando azioni congiunte per trovare una soluzione al possibile dramma di quasi 70 famiglie, sollecitando un incontro con le istituzioni e con il prefetto Fulvio Rocco De Marinis.

La Laterlite spa negli ultimi 37 anni ha prodotto più di 8 milioni di metri cubi di argilla espansa, 230mila metri cubi all’anno, permettendo la realizzazione di oltre 1 milione di appartamenti. I conti sono floridi: il 2012 si è chiuso con un fatturato di 15 milioni e mezzo di euro e più di 1.400 clienti serviti. I dipendenti assunti a tempo indeterminato sono 46, affiancati da 13 assunti negli ultimi tre anni e 20 lavoratori esterni. La società ha investito mediamente negli ultimi quattro anni oltre 1 milione e 100 mila euro ogni dodici mesi, registrando un export superiore al milione  emezzo di euro. Nei primi sei mesi del 2013 sono stati lanciati 7 nuovi prodotti.

Sostegno ai lavoratori arriva dal sindaco di Cupello, Angelo Pollutri, che usa parole dure contro “questa onda negativa ambiental – populista, un processo culturale del no assoluto ad ogni forma di progresso industriale ed occupazionale, tutto questo sta determinando la chiusura di diverse aziende”.

L’allarme è condiviso da Confindustria, che appoggia la proprietà nel chiedere alle istituzioni “di indicare la strada da percorrere insieme, in tempi molto rapidi, per scongiurare la chiusura dello stabilimento”.

 “In oltre 50 anni di produzione dell’argilla espansa - dice l’ingegner Gian Domenico Giovannini, socio di Laterlite e Presidente di Exca (Associazione europea dei produttori di argilla espansa) - non si è mai verificato in tutta Europa che uno stabilimento dovesse chiudere per il mancato rinnovo delle concessioni per l’estrazione dell’argilla cruda; sono stati invece chiusi alcuni impianti per la forte crisi del mercato dell’edilizia. Rischiamo di chiudere uno stabilimento che funziona e che investe risorse nel personale, nella crescita e nella sostenibilità ambientale. Proveremo a sopravvivere alcuni mesi razionando la poca argilla che ci rimane in stabilimento, proveremo a tutelare il lavoro, ma senza argilla l’argilla espansa non si può produrre”.

Dello stesso parere Paolo Primavera, presidente di Confindustria: “Sarebbe una grave perdita per l’azienda stessa – commenta - per tutti i suoi lavoratori, per l’indotto e per tutto il territorio abruzzese. Non possiamo permetterci un ulteriore affondo alla nostra economia specie in questo momento così difficile“. 

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