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Sevel, è il giorno di Marchionne: "Investiremo 700 milioni in Val di Sangro"

L'ad Fiat in visita in Abruzzo annuncia un importante investimento nei prossimi cinque anni e apre alla Fiom

E’ iniziata con un applauso la visita di Sergio Marchionne alla Sevel di Atessa questa mattina. Arrivato in elicottero da Torino, l’amministratore delegato Fiat ha incontrato gli operai dopo le 11. Ha esordito annunciando un investimento di oltre 700 milioni di euro per lo stabilimento in Val di Sangro, nell’arco dei prossimi cinque anni. "Che permetterà all'impianto di Sevel, organizzato secondo i principi del World Class Manufacturing - spiega il Lingotto - di confermarsi sempre di più uno stabilimento automobilistico all'avanguardia nel mondo. Gli investimenti, di cui 550 milioni di euro provenienti da Fiat-Chrysler e 150 milioni di euro da Psa, includeranno l'inserimento di 60 robot di lastratura, il rinnovo di 25 sistemi di spruzzatura in verniciatura, un nuovo impianto di assemblaggio e la riorganizzazione logistica e predisporranno lo stabilimento per la produzione di una più ampia gamma di prodotti al fine di soddisfare le diverse e molteplici esigenze dei clienti e del mercato".

Ad accogliere Marchionne c’erano il direttore della Sevel Carlo Materazzo, il presidente della regione Gianni Chiodi,  il prefetto di Chieti, Fulvio Rocco De Marinis, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanni Legnini e persino l’arcivescovo di Chieti, monsignor Bruno Forte.

Parlando, Marchionne ha aperto alla Fiom, rimasta fuori dalla cerimonie assieme all’Usb e ai Cobas: “Ho ricevuto ieri una lettera dalla Fiom, firmata da Maurizio Landini – ha detto -  Si chiede un incontro, alla luce della pronuncia della Corte Costituzionale. Siamo più che disposti ad incontrarli, tenendo come dato acquisito che non possiamo assolutamente mettere in discussione accordi già presi dalla maggioranza, accordi che peraltro sono stati cruciali per dare vita a realtà produttive di eccellenza a livello europeo. Li incontreremo con la speranza che anche loro riconoscano che adesso in gioco c'è la possibilità di far rinascere un sistema industriale nel paese. Il paese ha bisogno di ritrovare una pace sindacale perché oggi più che mai è essenziale lavorare in uno spirito di collaborazione se vogliamo far ripartire lo sviluppo. Adesso è il momento di dimostrare che siamo all'altezza della situazione".

Tornando all'investimento in Abruzzo, Marchionne però ha anche aggiunto che senza regole certe, quello annunciato oggi sarebbe l'ultimo investimento. "Quello che non possiamo fare - ha detto -  è prenderci il rischio di un sistema che non garantisce norme certe. Questo non è più fare impresa, è giocare alla roulette russa. Non siamo disposti a mettere a rischio la sopravvivenza della nostra azienda. Prima di avviare qualunque altra iniziativa in Italia, abbiamo bisogno di potere contare sulla certezza di gestione e su un quadro normativo chiaro ed affidabile".

"Marchionne farà anche gli altri investimenti. Chiede garanzie e noi gliele daremo come abbiamo fatto a Pomigliano, Melfi, Grugliasco e Atessa” è quanto invece ha detto Raffaele Bonanni, leader della Cisl, "Dobbiamo fare forza tra noi perché ci siano le stesse certezze che finora abbiamo strappato nonostante tirapiedi, confusionari e profeti di sventura". Secondo Bonanni le certezze vengono dall'accordo interconfederale sulla rappresentanza: "spero che tutti i sindacati lo accettino", ha detto.

LA SEVEL Lo stabilimento Sevel Val di Sangro, una joint venture paritetica tra Fiat Group Automobiles e Psa-Peugeot Citroën, è stato inaugurato il 28 novembre 1981 dal presidente della Repubblica Sandro Pertini alla presenza del Presidente della Fiat, l'Avvocato Giovanni Agnelli. Attualmente, nell'impianto vengono prodotti i veicoli commerciali leggeri Fiat Ducato, Peugeot Boxer e Citroën Jumper. Ad oggi sono oltre 4,5 milioni i veicoli prodotti nello stabilimento, che occupa oltre 6.000 persone, rappresentando la più importante realtà industriale dell'Abruzzo. La capacità produttiva è di circa 300 mila veicoli all'anno su tre turni lavorativi per cinque giorni.

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