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Economia

Industrie: è boom delocalizzazione, dati poco confortanti da Confindustria

I dati relativi ai primi sei mesi del 2012 evidenziano l'aumento della disoccupazione, che supera il 10%. A Chieti si registra una diminuzione diffusa del fatturato, e investono meno di un quinto delle aziende

Presentata stamani presso la sede di Confindustria Chieti l’indagine semestrale sull’industria abruzzese.

Poco rassicuranti i dati relativi ai primi sei mesi del 2012, specie per quanto riguarda l'aumento della disoccupazione, che supera il 10%. In calo la capacità produttiva e l'export su tutte le province, tranne a Teramo che è in leggera contro tendenza.

In provincia di Chieti, dove si registra una diminuzione diffusa del fatturato, investe meno di un quinto delle aziende. E' soprattutto la tendenza a delocalizzare in Paesi più appetibili, soprattutto a livello di costi, e il clima di sfiducia tra le imprese a preoccupare il presidente di Confindustria, Paolo Primavera, che invita i politici "a lasciar perdere i campanilismi per concentrarsi su riforme a costo zero e investimenti forti sulle infrastrutture".

Secondo l'indagine del Centro Studi Confindustria gli indicatori di produzione si abbassano soprattutto nel settore legno e mobili, tipografico e di forniture per l'edilizia. A livello di settore merceologico però, sono da evidenziare ovunque in Abruzzo le positive attese del comparto farmaceutico.

Il vice presidente della Regione, Alfredo Castiglione, ha commentato il rallentamento dell'economia ricordando che l'Abruzzo ha subito due tipi di crisi: "una legata a fattori esogeni e l’altra alla situazione del debito regionale". E' tuttavia positivo il messaggio lanciato al termine della presentazione dell'indagine:  "L’attuale Governo regionale sta fornendo gli strumenti necessari per competere su tutti i mercati e affrontare le nuove regole imposte dal mercato creditizio con il sistema dei Poli di Innovazione, la riforma dei Consorzi industriali. Riforme che, associate a quelle riguardanti il credito, ci consegneranno un Abruzzo versione 2.0 con nuovi assetti imprenditoriali più consoni alla realtà in cui viviamo".

 

 

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