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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Crisi e opportunità: oltre la metà delle donne in provincia non lavora

Imprenditoria femminile: secondo una ricerca di Confartigianato è Chieti la provincia abruzzese col più alto tasso di inattività: il 53,8% delle donne non lavora. La più virtuosa è L'Aquila (48,2%)

Oltre la metà delle donne in provincia di Chieti, il 53,8 per cento, non lavora. Il dato emerge dall’Osservatorio sull’imprenditoria femminile curato dall’Ufficio studi di Confartigianato sulla base di dati Istat che riguardano il periodo compreso fra il secondo trimestre 2008 e il secondo trimestre 2011.

La crisi economica in Abruzzo ha colpito soprattutto il lavoro femminile: nonostante l’alto grado di scolarizzazione il lavoro femminile è sceso del 3 per cento contro l’1 per cento di quello maschile. La nostra regione si piazza al 253esimo gradino tra le 271europee esaminate in tutta Europa. Tra le venti regioni italiane, l’Abruzzo è al quattordicesimo posto per le condizioni ambientali che favoriscono lo sviluppo dell’imprenditoria e dell’occupazione femminile.

Ma va peggio nel resto del sud Italia: la nostra regione ha i risultati migliori del meridione. La provincia più virtuosa è L’Aquila, dove la percentuale di donne inattive si ferma al 48,2.

Daniele Giangiulli, direttore di Confartigianato Chieti, spiega così le ragioni del dato negativo della provincia: “Chieti sconta più del resto d’Abruzzo perché include l’agglomerato della Val di Sangro. Se le grandi aziende come la Honda o la Sevel pagano la crisi ne risente tutto l’indotto e le piccole imprese sono in difficoltà. La situazione – continua – sta degenerando di giorno in giorno. Le banche si chiudono a riccio chiudendo le erogazioni. Pensavamo di poter fare affidamento su quelle locali, che però stanno alzando i tassi rendendo ancora più difficile sopravvivere”.

L’assessore regionale al Lavoro, Paolo Gatti, non ci sta a far passare l’Abruzzo come maglia nera, definendolo piuttosto “maglia rosa”. Gatti sostiene che da quando si è insediata la giunta Chiodi (gennaio 2009) “in un solo anno il sistema produttivo regionale ha creato 10mila posti lavoro in più per le donne, con un aumento record del 5 per cento. Un risultato possibile – spiega – grazie agli incentivi all’assunzione e all’auto imprenditorialità femminile e alla riforma del welfare regionale che dà maggiore attenzione alla conciliazione del lavoro delle donne con la loro vita”.

Giangiulli ribatte che i dati snocciolati dall’assessore sono veri, “ma i nostri studi includono un periodo di tre anni. Non si può negare che Gatti abbia fatto molto per il lavoro. Però i numeri sono inconfutabili e dicono che in provincia di Chieti oltre la metà delle donne non lavora”.

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