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Economia

Abruzzo in crisi: aumenta la cig, i territori perdono appeal

Calano esportazioni, Pil e imprenditoria giovanile. La Cisl chiede un confronto urgente alla Regione alla luce dei drammatici dati occupazionali

La situazione occupazionale ed economica dell’Abruzzo continua a registrare segnali di grandi difficoltà, allontanando nel tempo le prospettive di ripresa

Se il Pil regionale è diminuito negli ultimi mesi, il tasso di disoccupazione è salito al 10,9% (In Italia è del 10,5%), l'anno scorso era del 7,9 (dati Istat).

La Cig da gennaio a settembre ha visto un aumento del 12,09% rispetto all’anno precedente. In provincia di Chieti al momento si contano 7.239.965 ore di cassa integrazione (3.471.739 ordinaria, 1.214.773 straordinaria, 2.553.453 in deroga) con una variazione del 19% rispetto al 2011. Sono soprattutto le piccole imprese artigiane ad aver aumentato il ricorso alla cassa integrazione nei primi mesi del 2012.

Gli interventi a sostegno dell'occupazione a Chieti (cig, disoccupazione ordinaria e mobilità) sono aumentati del 21%. Risultato negativo in Abruzzo anche per l'export, che nel secondo trimestre del 2012 si è fermato a -4,8%.

In questo quadro, l'apertura di processi di forte riorganizzazione nei grandi gruppi quali Honda, Pilkinton, Micron, Burgo e via dicendo, che rischiano di determinare anche un ripensamento della presenza delle multinazionali in Abruzzo, rappresenta un nuovo segnale preoccupante.

"La Regione deve impegnarsi in primo luogo- spiega il segretario generale Cisl, Maurizio Spina -  assieme alle altre organizzazioni sindacali chiediamo un confronto urgente  per un’analisi della situazione e una valutazione sulle ulteriori iniziative da intraprendere".
 

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