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19 sindaci contro lo sfruttamento di gas a Bomba

La Provincia e 19 Comuni della Media Valle del Sangro hanno firmato il documento sul parere contrario al progetto della Forest Oil. Di Giuseppantonio: "D'ora in avanti su energia, rifiuti e ambiente bisogna imboccare la strada della programmazione"

Uniti contro lo sfruttamento di gas a Bomba. Questa mattina (9 novembre) il Presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio assieme al consigliere delegato alle problematiche petrolifere Franco Moroni e ai Sindaci di 19 Comuni della media Valle del Sangro hanno firmato il documento congiunto in cui all’unanimità si esprime parere contrario  sulla compatibilità economica, ambientale e sociale del progetto di sfruttamento del giacimento di gas denominato “Colle Santo” e sito nella Media Valle del Sangro presentata dalla ditta Forest CMI Spa.

Nel documento si evidenzia tra l’altro che la comunità della Valle del Medio - Sangro ha manifestato in diversi pubblici incontri la sua assoluta contrarietà all’insediamento, che l’intera zona è caratterizzata da una naturale instabilità idrogeologica ed è sottoposta a gravi rischi per la presenza di numerose ed importanti frane attive e quiescenti e che in questo scenario si trova la diga artificiale dell’invaso del Lago di Bomba contenente circa 64 milioni di metri cubi di acqua. L’insediamento di un giacimento di gas naturale, con i possibili fenomeni di subsidenza che questo inevitabilmente comporta, rappresenta una condizione aggravante del delicato equilibrio del territorio. Inoltre la zona direttamente interessata dalla richiesta di insediamento della Forest CMI Spa è caratterizzata da colline e montagne di alto pregio naturalistico, nelle cui immediate vicinanze si trovano i due Siti di Importanza Comunitaria di “Monte Pallano e Lecceta d'Isca d'Archi” e “Gole di Pennadomo e Torricella Peligna”: qui la comunità europea investe per la conservazione della biodiversità. La realizzazione dell'insediamento comporterebbe un notevole impoverimento della zona anche dal punto di vista turistico-ricettivo.

Hanno sottoscritto il documento i comuni di Atessa, Bomba, Borrello, Casoli, Colledimezzo, Fossacesia, Gessopalena, Lanciano, Montebello sul Sangro, Monteferrante, Montelapiano, Montenerodomo, Pennadomo, Perano, Pietraferrazzana, Pizzoferrato, Roccascalegna, Tornareccio, Torricella Peligna.

Un no chiaro e definitivo quello espresso stamane in provincia di Chieti, che il presidente Di Giuseppantonio ha così commentato: "A fronte di questo no deve aprirsi una fase di programmazione su energia, rifiuti e più in generale sulle questioni che riguardano l’ambiente che possono diventare la vera emergenza nell’immediato futuro. Per questo lancio un appello alla Regione, alle Province, ai Comuni affinchè si apra la stagione della programmazione senza la quale ogni volta saremo una regione che si divide su tutte le questioni ma, soprattutto, che non è in grado di affrontare i cambiamenti della società e le situazioni di crisi come quella che stiamo vivendo. Nella programmazione territoriale la Provincia di Chieti è pronta a fare la sua parte".

"Quello odierno è il risultato di una scelta responsabile e priva di estremismi, su un progetto che presenta parecchi risvolti negativi tra cui la scarsa ricaduta occupazionale con solo 12 persone stabilizzate per 11 anni; il forte rischio idrogeologico del territorio e non ultimo l’impatto paesaggistico in una zona che vive essenzialmente di turismo e agricoltura" ha detto dal canto suo il Consigliere Moroni.

Il sindaco di Bomba Donato Di Santo ha annunciato una seduta straordinaria del Consiglio comunale di Bomba -  alla quale ha inviato a partecipare il Presidente Di Giuseppantonio - per ribadire il no al progetto ed esaminare eventuali controdeduzioni presentate dalla Forest CMI.

 

 

 

 

 

 

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