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Cassa integrazione: l'agonia dei lavoratori Fast di Atessa

"Senza reddito da mesi, i lavoratori della Fast vengono liquidati da un sistema che rimpalla le responsabilità tra Azienda ed Inps" denuncia Davide Labbrozzi della Fiom-Cgil. Il sindacato promette adeguate iniziative di lotta

Senza reddito da mesi, i lavoratori vengono liquidati da un sistema che rimpalla le responsabilità tra Azienda ed Inps. E’ quello che denuncia Davide Labbrozzi, segretario provinciale  della Fiom-Cgil intervenendo sulla situazione dei lavoratori Fast, l’azienda produttrice di autoambulanze ad Atessa.


Il sindacato parla di una situazione insostenibile per quanto concerne la  gestione delle procedure di cassa integrazione nella Provincia di Chieti. “Dove i lavoratori e le aziende - dice Labbrozzi in una nota –  devono attendere mesi per vedersi approvata la cassa integrazione; va inoltre aggiunta la condizione ancor più drammatica di quei lavoratori che attendono il pagamento diretto dell’indennità, richiesto  a causa della condizione di insolvenza delle aziende alle quali appartengono.     La Fiom riconosce le difficoltà del momento, solidarietà viene espressa ai dipendenti dell’Inps per l’enorme sacrificio che svolgono in questa fase particolarmente intensa, ma non è più possibile  accettare che il sistema continui ad essere costretto a vivere condizioni di vera agonia. Bisognerebbe capire che i lavoratori non possono essere lasciati senza reddito per mesi interi; questo significa generare situazioni di reale sofferenza ed a condizionare negativamente il sistema sociale”.

Dunque lavoratori appesi a un filo, in attesa che la macchina burocratica faccia il suo corso e riconosca alle tante famiglie ciò che è un diritto.     “Le normali approvazioni avvengono dopo quattro mesi con decine di aziende nella Provincia di Chieti – continua il segretario - che non anticipano le indennità per libera scelta; e poi, il pagamento diretto è divenuto il rebus delle nostre giornate sindacali trasformando il ruolo delle organizzazioni in una sorta di leva che quotidianamente prova a rompere gli schemi della macchina burocratica”.     

La Fiom annuncia nei prossimi giorni la messa in campo di adeguate iniziative “per restituire alle tante famiglie un briciolo di dignità perché”, conclude Labbrozzi, “un uomo senza stipendio non è un uomo libero”.      
 

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