Confcommercio: "Rischio usura e anomale acquisizioni i veri ostacoli per la ripartenza"
L'indagine: in Abruzzo a rischio usura ed "anomale acquisizioni" oltre il 10% (7.630) delle imprese del terziario
Il calo dei consumi e la carenza di liquidità, conseguenze del Covid 19, mette a rischio usura e di acquisizioni anomale il settore terziario. Lo dice un’indagine della Confcommercio in Abruzzo: tra gli ostacoli per la ripartenza percepiti dagli imprenditori del settore, l'11,1% degli operatori del terziario (7.630 aziende in Abruzzo potenzialmente esposte al rischio) indica nella criminalità un ulteriore pericoloso ostacolo allo svolgimento della propria attività.
Sul piano dei veri e propri ostacoli per la ripartenza economica ed occupazionale, le tematiche più sentite dagli operatori sono in ordine di percezione delle imprese interessate sono:
- liquidità e credito 30,7% (in Abruzzo 21.104)
- calo dei consumi 29,8% (in Abruzzo 20.306)
- burocrazia 15,0% (in Abruzzo 10.311)
- costi di riapertura 13,3% (in Abruzzo 9.142)
- rischi criminalità 11,1%. (in Abruzzo 7.630)
"L'Abruzzo finora, nonostante i tentativi da parte della criminalità organizzata di infiltrarsi nel tessuto economico e sociale, non ha trovato fortunatamente terreno fertile come in altri territori anche confinanti con la nostra Regione, grazie ad un costante lavoro svolto dalle forze dell'ordine e dal sistema istituzionale allargato ai corpi intermedi” dichiarano il presidente e il direttore regionale di Confcommercio Roberto Donatelli e Celso Cioni.
In Abruzzo il terziario coinvolge 68.743 imprese e occupa 190.467 addetti nei settori del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti.