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Economia

Pasticcerie chiuse a Pasqua, perdite per 14 milioni, ma Confartigianato invita a comprare dolci locali

Sono 587 le imprese di pasticceria e gelateria, in cui lavorano 1.878 addetti, penalizzate dalle restrizioni nel periodo di festa

Niente uova, colombe e specialità di pasticceria artigiana sulle tavole pasquali abruzzesi. La chiusura delle pasticcerie durante le feste pasquali, dovuta al Dpcm dell'11 marzo per l'emergenza Coronavirus, determina anche in Abruzzo un pesante danno economico e pesa sulla competitività del sistema delle micro e piccole che realizzano un prodotto di pasticceria artigianale di elevata qualità. Un danno stimato in 14 milioni di euro, come rileva uno studio di Confartigianato Chieti L'Aquila.

A differenza di quanto avviene per la distribuzione commerciale, la vendita diretta della pasticceria artigianale è colpita dal lockdown. Si tratta di un settore che in Abruzzo coinvolge 587 imprese di pasticceria e gelateria, in cui lavorano 1.878 addetti. Un settore caratterizzato da un'elevata vocazione artigianale, con oltre 360 imprese artigiane che si stima rappresentino il 62,6% del comparto.

L’incrocio dei dati strutturali di fatturato per addetto del settore, dell’occupazione del settore e della distribuzione delle vendite mensili rilevata dalle imprese del sistema Confartigianato, in Abruzzo consente di stimare in 12 milioni di euro la perdita di fatturato nel mese di aprile, concentrato nelle mancate vendite dei dolci legati alla ricorrenza di Pasqua.

Ai mancati ricavi si aggiunge la perdita, valutabile in 2 milioni di euro, determinata dal deperimento di parte delle materie prime acquistate prima del lockdown in previsione della produzione per il periodo pasquale e dal parziale utilizzo legato all’imprevista chiusura resa necessaria per limitare i contagi da Covid-19. Con la somma dei due effetti si scarica sulle 587 imprese della pasticceria abruzzese un danno economico di 14 milioni di euro.

In Italia le imprese sono 24.427 e il danno è pari a 652 milioni di euro. In testa, per mancati ricavi, ci sono Lombardia (106 mln), Veneto (69 mln) e Lazio (63 mln). Confartigianato nazionale nei giorni scorsi si è rivolta al Governo per segnalare come lo stop alla produzione e vendita delle pasticcerie rappresenti una "assurda discriminazione".

"Stiamo facendo il possibile per sensibilizzare i nostri associati affinché rispettino le regole per difendere la salute di tutti - afferma il direttore generale di Confartigianato Chieti L'Aquila, Daniele Giangiulli - ma l'interpretazione del Dpcm che si traduce in una assurda penalizzazione delle produzioni artigianali e di qualità è inaccettabile. Rivolgiamo un appello a tutti i parlamentari locali. Un altro appello, in vista della Pasqua, lo rivolgiamo a tutti i cittadini delle province di Chieti e L'Aquila e a tutti gli abruzzesi: scegliete di acquistare i prodotti locali, preferendo i tanti pasticceri e panificatori che cercano di resistere alla crisi e si sono organizzati e riconvertiti - conclude Giangiulli - per offrire le consegne a domicilio".

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