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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Commercio, consumi natalizi scesi fino al 50% a Chieti e provincia

Confcommercio presenta il rapporto sui consumi natalizi in provincia. Le vendite sono state in calo ovunque da un minimo del 20% ad un massimo del 50%, come sul capoluogo

Segni meno in ogni settore merceologico e in tutte le maggiori città della provincia. Il “Rapporto 2012 sui consumi natalizi” eseguito da Confcommercio lascia poco spazio ai sorrisi: i dati a campione raccolti evidenziano il netto calo delle vendite che ormai si registra sul territorio in maniera inesorabile da due anni a questa parte. Non ha fa eccezione il periodo natalizio.

“Il calo degli affari è sostanziale  - spiega Angelo Allegrino, presidente provinciale Confcommercio Chieti- e si aggira tra un minimo del 20% ad un massimo del 50%”.

La maglia nera, per quanto riguarda gli introiti, spetta proprio al capoluogo teatino dove la crisi, acuita dalla vicinanza ingombrante della grande distribuzione, sembra davvero inarrestabile. Il settore che sta peggio è l’abbigliamento. “I minori incassi a Natale sono stati per tutti di almeno il 30% rispetto allo scorso anno. In alcuni negozi di abbigliamento del Colle e dello Scalo, addirittura, il segno meno ha toccato la percentuale ragguardevole del 50%. - afferma Marisa Tiberio, presidente delegazione Chieti Confcommercio-  Per il resto la categoria ha lamentato un crollo delle vendite fino al 20 dicembre con una piccola ripresa a ridosso del Natale”.

IN PROVINCIA  A Ortona il calo degli affari a Natale si è attestato intorno al 10% nel settore alimentare mentre è schizzato al 30% per le calzature. Ha retto invece l’abbigliamento. In sofferenza le gioiellerie con un meno 10% di vendite per le librerie.

A Francavilla al Mare c’è stata la debacle del settore profumeria, con vendite in calo del 40% e affari calati del 20% nel comparto dell’abbigliamento. Stabili, invece, le vendite per le gioiellerie.

Passando a Lanciano, rapporto Confcommercio alla mano, gli alimentaristi hanno evidenziato un calo del 5% che ha raggiunto il 20% nei supermercati. Vendite in linea con lo scorso anno negli altri settori commerciali con una diminuzione dei consumi quantificabile tra il 15% e il 30% nell’abbigliamento e nelle calzature.

A Vasto, infine, non sono andate bene le vendite natalizie nel campo alimentare con un calo del 5% degli affari che è cresciuto fino ad un 20% in meno per i cesti natalizi. La flessione, di contro, è stata inferiore per le pelletterie e la telefonia con una percentuale negativa del 10%. Anche a Vasto male l’abbigliamento con picchi del 50% in meno di introiti rispetto allo scorso anno.

“E’ fondamentale- riprende Allegrino- rimettere in moto in fretta l’economia locale con incentivi e sgravi per chi esercita il difficile mestiere del commerciante. Gli enti non possono più tergiversare”.  

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