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Cronaca

WhatsApp e braccialetti blu: ecco il progetto che aiuta i pazienti con il diabete

E' il progetto dei “Braccialetti blu” nell’ambulatorio di Diabetologia ospedaliera della clinica medica di Chieti

Una cartella “parallela” a quella clinica, uno spazio libero nel quale il paziente e chi lo cura possono narrare la loro esperienza col diabete, registrare informazioni, stati d’animo e pensieri per costruire insieme una “buona storia” della malattia: è lo strumento dal quale parte il progetto dei “Braccialetti blu” nell’ambulatorio di Diabetologia ospedaliera della Clinica medica di Chieti.

"I braccialetti blu - evidenzia la Asl - sono l’altro simbolo di questo approccio diverso e condiviso alla malattia: ispirandosi alla fiction televisiva “Braccialetti rossi” (ma utilizzando il blu, colore adottato internazionalmente per indicare il diabete) li hanno realizzati all’uncinetto gli stessi pazienti, una comunità ormai consolidata e molto unita di 55 persone.

Indossando quei braccialetti si identificano, si sostengono, si confrontano tra loro e con il loro angelo custode, l’infermiera Alessia Quirino, responsabile del progetto, e con i medici e le altre figure professionali dell’ambulatorio di cui è responsabile Ermanno Angelucci. Si incontrano periodicamente, come avverrà nei prossimi giorni, per discutere e confrontarsi direttamente, ma hanno anche creato un gruppo WhatsApp per aiutarsi, scambiarsi informazioni, suggerimenti ad esempio sull’alimentazione, comprese le ricette per i dolci. Per i sanitari che li hanno in cura è, tra l’altro, un modo per aiutarli a distanza, quando non sono in ospedale, a gestirsi in maniera costante, tra terapie e stili di vita".

Braccialetti blu e la medicina narrativa

Il progetto è stato premiato dalla Giuria popolare costituita dalle associazioni di volontariato che hanno partecipato alla scorsa edizione del Quality Day della Asl Lanciano Vasto Chieti e sarà illustrato domani, martedì 12 dicembre, dalle ore 15 presso la sala conferenze al V livello dell’Ospedale di Chieti. "La 'cartella parallela' - spiega Alessia Quirino - è un esempio di medicina narrativa. A differenza della cartella clinica, che raccoglie le indagini diagnostiche e il percorso di cura, questo diario condiviso si concentra sul ruolo relazionale e terapeutico del racconto della malattia da parte del paziente, condiviso con il clinico che lo cura. Paure, ansie, idee, punti di vista, aspettative e desideri sulla cura, connessioni tra la malattia e il contesto familiare, sociale, lavorativo. L’obiettivo è avere a disposizione strumenti innovativi per valutare l’impatto del diabete sulla qualità della vita delle persone. E’ così più naturale aiutarli a capire, sviluppare strategie educative, analizzare la direzione che sta prendendo la storia della malattia».

"La medicina narrativa - sottolinea il direttore sanitario della Asl, Vincenzo Orsatti - è uno straordinario strumento funzionale al percorso di cura, soprattutto in presenza di patologie spesso gravi, croniche, invalidanti, a volte difficilmente diagnosticabili e dove le cure mediche non sono sempre risolutive. Si interrompono storie di vita “normali” e iniziano nuove “narrazioni”, nelle quali il medico e l’operatore sanitario entrano sempre e comunque. Nella malattia cronica, come il diabete, la parola non rappresenta solo un semplice veicolo di informazione e convincimento, ma può diventare mezzo di cura. L’esperienza del progetto “Braccialetti blu” rappresenta un esempio tangibile del passaggio dalla teoria all’azione, dalle parole ai fatti, e - conclude Orsatti - la Direzione aziendale ne garantirà la costanza e la sistematicità".


 

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