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Cronaca Lanciano

La Virtus Lanciano della consigliera Maio batte cassa al Comune per 106mila euro

La società chiede il rimborso per lavori che avrebbe finanziato nello stadio Guido Biondi e nei campi Memmo Esposito nei quattro anni di serie B

Sei mesi dopo la scomparsa dal calcio professionistico, la Virtus Lanciano torna alla ribalta della cronaca. Non di quella sportiva, a scapito dei tanti appassionati e tifosi rossoneri. La società della famiglia Maio, infatti, ha chiesto al Comune di Lanciano un rimborso di 105mila 730 euro e 89 centesimi per lavori che avrebbe finanziato nello stadio Guido Biondi e nei campi Memmo ed Esposito nei quattro anni di serie B. Interventi che, stando a quel che ritiene la società, sarebbero stati invece di competenza dell’ente. 

La richiesta, che già ha scatenato feroci polemiche tra i tanti tifosi “orfani” dei colori rossoneri, arriva dallo studio legale Di Cintio-Ferrari, con sede a Bergamo e a Roma, specializzato in consulenza legale sportiva, che intima al Comune di saldare i conti entro 10 giorni. 

Il Comune ha risposto in via ufficiale il 18 novembre alla lettera, arrivata un mese prima negli uffici dell’ente, spiegando che non risultano debiti nei confronti della società Virtus Lanciano, né tantomeno di tale entità. Ma la questione, già chiacchieratissima in città, diventa ancora più imbarazzante considerando che la presidentessa della squadra che ha regalato a Lanciano i fasti della serie B, Valentina Maio, siede in consiglio comunale proprio tra le file della maggioranza che sostiene il sindaco Pupillo. 

La società dell’attuale consigliera comunale di maggioranza avrebbe dovuto pagare al Comune un canone di 65mila euro ogni anno per l’uso del Biondi e degli altri due campi sportivi. Ma la promozione in serie B ha reso necessari lavori di adeguamento, affrontati dalla stessa Virtus, poiché il Comune non aveva i fondi necessari, più di 800mila euro. 

In cambio di quell’intervento e di ulteriori 220mila per tornelli, campo e varie attrezzature, la Virtus avrebbe ottenuto l’esenzione dall’affitto. A questo si aggiungerebbe la spesa di 100mila euro, per saldare i debiti della ormai fallita società Ss Lanciano. E lo studio batte casse anche su altri interventi, considerati straordinaria manutenzione.

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