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Cronaca

Delusione Sixty: la società salva solo cinquanta posti

Fumata nera al Ministero dello Sviluppo Economico, dove questa mattina si è tenuto l'ennesimo incontro riguardante la Vertenza Sixty. Di Primio: "Garantire così poche unità è un'offesa per i dipendenti"

Il futuro si fa sempre più scuro per i dipendenti Sixty di Chieti Scalo.

All’incontro di questa mattina presso il Ministero dello Sviluppo Economico a Roma dalla nuova proprietà panasiatica Crescent Hyde Park è arrivata la proposta shock: costituire la nuova società salvando solamente 50 dei 400 dipendenti in organico.

Una fumata nera che amplifica la già grossa la delusione che c'è tra i lavoratori, per i quali l’Azienda ieri ha comunicato l’avvio della procedura di una settimana di cassa integrazione.

Altro (non) punto: nemmeno oggi la proprietà ha presentato il nuovo piano aziendale atteso già dalla volta scorsa.

“I professionisti chiamati a rappresentare i nuovi azionisti non hanno saputo dare risposte alle domande del sottoscritto e degli altri partecipanti – spiega il sindaco Umberto Di Primio - Rispetto alla precedente riunione, nella quale ci siamo lasciati nell’attesa di ascoltare il piano di salvataggio, evidentemente coerente con quello che verrà proposto al giudice del Tribunale di Chieti chiamato ad esprimersi sulla domanda di concordato, sentirsi dire che l’azienda prevede per il sito produttivo di Chieti la presenza di 50/60 unità è un’offesa innanzitutto per i lavoratori che in questi anni hanno in ogni modo assecondato le esigenze di Sixty”.

Preferibile allora il commissariamento per ovviare al processo di destrutturazione, secondo Giuseppe Rucci della Cgil, che invoca l’intervento delle istituzioni per quello che sembra sempre più prossimo a diventare un dramma per la città, con un aumento vertiginoso dei lavoratori espulsi dal mondo del lavoro.

Il timore più grande è che si arrivi allo smantellamento del sito produttivo in via Piaggio.

“Il forte richiamo indirizzato dal Governo all’azienda perché ci sia maggiore attenzione alla questione occupazionale - conclude Di Primio - la disponibilità offerta da tutti i rappresentanti delle istituzioni a sostenere un processo che sia di rilancio e non di smantellamento mi auguro possano indurre gli azionisti della proprietà a fare tutto quanto è necessario perché, innanzitutto al Tribunale di Chieti, e poi a quanti seduti intorno al tavolo convocato, sia offerta una soluzione capace di garantire i livelli occupazionali. La città, l’Abruzzo, i rappresentanti sono certo sosterranno fino alla fine lavoratori e sindacati in nome dell’occupazione ed in difesa del made in Italy”

Il tavolo tecnico tornerà a riunirsi il prossimo 29 ottobre a Roma, mentre sabato, sempre nella capitale, durante la manifestazione nazionale della Cgil in piazza San Giovanni  interverrà Marino D’Andrea, rappresentante Rsu Sixty di Chieti per illustrare ai lavoratori quella che è diventata una vertenza simbolo per la difesa del Made in Italy.

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