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Cronaca

Svolta tecnologica nella diagnostica del tumore polmonare: lo studio dell'università di Chieti

Il lavoro presentato in America dallo staff del professor Antonio Marchetti permette di predire subito dopo l’inizio del trattamento la risposta del paziente ai farmaci antitumorali con una semplice analisi del sangue, garantendo la possibilità di cambiare rapidamente l’approccio terapeutico se risulta inefficace

Un importante studio sul trattamento dei tumori polmonari è stato presentato al Congresso Mondiale di Denver e al Congresso della Società Americana di Oncologia Clinica dal gruppo del professor Antonio Marchetti, direttore del Dipartimento di Anatomia patologica  della Asl di Chieti e docente dell’università d’Annunzio, guadagnando una pubblicazione sulla rivista della Associazione Internazionale per lo studio del Cancro Polmonare (AISLC), Journal of Thoracic Oncology, ma soprattutto aprendo nuovi scenari alla diagnostica del tumore ai polmoni.

Il lavoro ha infatti dimostrato la possibilità di predire, immediatamente dopo l’inizio del trattamento e con una semplice analisi del sangue, la risposta del paziente con tumore polmonare all’azione dei farmaci biologici antitumorali. Il test sul sangue permette infatti di predire la possibilità che il farmaco risulti efficace e l’eventuale grado di regressione tumorale. Nello specifico la possibilità di effettuare l’analisi molecolare di EGFR, una delle molecole responsabili della crescita neoplastica e della risposta ai farmaci biologici, direttamente nel sangue e di quantificare il bio-marcatore permette di stabilire nei primi giorni dopo l’inizio del trattamento la risposta del paziente oncologico. “Il confronto con dati clinici e radiologici (Tac-Pet) dei pazienti – si legge nella relazione -  ha dimostrato che il risultato del test si associa significativamente con il grado di regressione tumorale valutato dopo mesi di trattamento. Il test permette inoltre di monitorare nel tempo l’efficacia del farmaco e di diagnosticare precocemente, con grande anticipo rispetto agli esami radiologici, l’insorgenza di uno stato di resistenza al trattamento con la possibilità di cambiare rapidamente l’approccio terapeutico qualora il farmaco fosse diventato inefficace. I risultati ottenuti possono avere numerose altre applicazioni come la possibilità, nel corso di trials clinici, di confrontare l’efficacia di farmaci diversi o di valutarne la dose ottimale”.

Lo studio coordinato dal professor Marchetti ha coinvolto otto centri italiani di riferimento per il trattamento dei pazienti con tumore polmonare.“L’esame molecolare su tessuto ha certamente una  maggiore sensibilità rispetto all’esame su sangue che tuttavia risulta informativo in circa l’80% dei casi – sottolinea Marchetti  -  Questa tipologia di analisi rappresenta una svolta tecnologica nella diagnostica del tumore polmonare ed è altamente probabile che tale approccio diagnostico possa essere utilizzato anche per il trattamento di altre forme tumorali”. 

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