Tradizioni teatine: il ruolo del Camerlengo nel Medioevo
Un Parlamento composto da 210 membri sceglieva, ogni sei mesi, due volte l'anno, un rappresentante dei 6 rioni cittadini che governava la città e stabiliva i prezzi dei generi alimentari
Il Camerlengo nel Medioevo era considerato il "sindaco" della città di Chieti, l'uomo con più poteri.
Ma qual è la vera storia di questa figura politica? Per comprendere l'importanza del Camerlengo, bisogna tornare indietro al XV secolo, quando a Chieti le leggi venivano fatte da un Parlamento di 210 membri, 35 per ciascuno dei 6 rioni della città, ossia Fiera, Porta Pescara, Trivigliano, San Giovanni, Sant'Angelo, Terranova). Il Camerlengo, invece, deteneva quello che oggi verrebbe considerato il potere esecutivo.
Era lo stesso Parlamento a scegliere, due volte l'anno - il 24 febbraio e il 25 agosto - l'uomo che per i 6 mesi successivi avrebbe eletto la città. La scelta non era poi così ampia, ma fra i 6 rappresentanti dei rioni della città. Dopo l'elezione, il Mastro d'Atti redigeva il verbale e il prescelto giurava nelle mani del vescovo.
Oltre a governare, ordinando eventuali ronde notturne e la chiusura e l'apertura delle porte cittadine, il Camerlengo poteva imporre i prezzi dei generi alimentari venduti nelle piazze e nelle botteghe, deteneva diritti ecclesiastici, arrivando a scegliere il predicatore dell'Avvento e della Quaresima.