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Cronaca

Vigili del fuoco in stato di agitazione contro i trasferimenti

Per Cgil, Cisl e Uilpa il comandante di Chieti non avrebbe rispettato la gradautoria nazionale e i lavoratori lamentano criteri poco chiari sull'assegnazione delle destinazioni. Palano replica di aver seguito le regole secondo le esigenze di ogni sede, ma la protesta non si ferma

Stato d’agitazione dei vigili del fuoco indetto da Cgil, Cisl e Uilpa per protestare contro l’assegnazione di 23 unità al comando di Chieti con criteri ritenuti anomali e comunque non condivisi dai lavoratori, soprattutto dai capisquadra . I sindacati chiedono inoltre che venga attivata la procedura di conciliazione-raffreddamento al Viminale.

“Il comandante dei vigili del fuoco di Chieti – spiegano in una nota Cacciavillani (Fp Cgil VvFF), Centurione (Fns Cisl) e D’Arcangelo (Uilpa VvFf) – ha rifiutato la nostra richiesta (di un incontro per valutare perché le richieste dei lavoratori non siano state accolte, ndc) e dalla sua risposta non siamo riusciti a comprendere le motivazioni che hanno comportato di non accettare le richieste del personale”.

Già l’11 novembre i sindacati avevano chiesto al comandante Vincenzo Palano di sospendere il provvedimento amministrativo che stabiliva trasferimenti in entrata e cambi di sede di vigili in servizio a Chieti. Per le organizzazioni sindacali non era stata rispettata la graduatoria nazionale e non era stata valutata la possibilità di assegnare almeno 2 lavoratori alla stessa sede e turno pur essendo residenti nella stessa città. Ultimo nodo del contendere la mancata assegnazione alla sede e al turno di tre lavoratori trasferiti. Questioni per cui si era chiesto un incontro da convocare prima del 13 novembre.

Il comandante, però, non ha indetto la riunione, specificando in una nota protocollata il 14 novembre che “le assegnazioni e i movimenti sono avvenuti rispettando la graduatoria nazionale tenendo conto delle esigenze operative delle varie sedi di servizio. Nell’assegnazione del personale fuori sede sono state esaudite le richieste pervenute al comando dagli interessati”.

Ai sindacati, però, non sono bastate queste rassicurazioni: per loro i criteri che hanno stabilito i trasferimenti sono poco chiari e non si attengono alla graduatoria nazionale. Per questo hanno proclamato lo stato di agitazione.

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