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Cronaca

Soppresso il dirigente archeologico a Chieti, la Consulta protesta

L'Uil-Bact comunica che dopo 76 anni non ci sarà più un dirigente archeologo alla Soprintendenza archeologica dell'Abruzzo di Chieti. La Consulta comunale delle associazioni convoca un'assemblea urgente per il 24 gennaio e invita a listare a lutto il Guerriero di Capestrano

La Soprintendenza archeologica perde il dirigente archeologo a Chieti. E' scritto, o meglio, non è scritto, sulla circolare numero 9 del MIBACT del 12 gennaio, in cui compaiono tutte le Soprintendenze archeologiche per le quali i dirigenti possono fare domanda, tranne quella di Chieti.

A renderlo noto è il segretario della Uil-Bact di Chieti, Giuseppe La Spada: "Questo è il risultato della riforma del Ministero dei beni culturali voluta dal Ministro Franceschini - tuona -  che dopo 76 anni ha deciso che Chieti non meritava più un dirigente a capo dei beni archeologici. Invece L'Aquila, per dirla alla Razzi, si è fatta una Soprintendenza unica tutta sua, sottraendo territorio e competenze a Chieti e alle altre Soprintendenze aquilane, grazie alle pressioni politiche locali".

Per il sindacalista è uno scippo in piega regola: dopo le spoliazioni di Banca d'Italia, ospedale militare e caserme, Chieti perde anche il dirigente dell'unico ufficio ministeriale con competenza regionale. L'ultimo, si ricorderà, è stato Andrea Pessina, ora a Firenze. Nella sede del Ministero in città il dirigente archeologo manca da oltre due anni e mezzo, con notevoli ripercussioni sul personale e sulle attività ormai note a tutti.

ASSEMBLEA AL MUSEO E PRESIDIO - Chi proprio non ci sta ad assistere inerme a questa ennesima spoliazione è la Consulta Comunale delle associazioni Cultura, Ambiente e Beni Culturali che sabato 24 gennaio alle 10 ha convocato un’assemblea d’urgenza davanti al Museo Archeologico di Villa Frigery. L’assemblea è aperta a tutti. “Siamo indignati per quanto sta avvenendo tra l’indifferenza delle autorità e dei rappresentanti delle istituzioni, - afferma il coordinatore, Mario D’Alessandro - si tratta di insensate riforme non  rispondenti alle aspettative dei cittadini. Oltre alla convocazione dell’assemblea, propongo di trasformare la stessa in presidio permanente di tutti i beni archeologici del capoluogo: Museo Nazionale di Villa Frigery; Museo della città “La Civitella”, l’Anfiteatro  e il parco archeologico della Civitella, il Teatro romano, i Tempietti romani, le Terme Romane, l’ipogeo di Piazza Umberto I, le numerose cisterne disseminate sul territorio comunale”.

D’Alessandro invita ad esporre da subito la bandiera a mezz’asta in tutti gli edifici pubblici e scolastici del capoluogo, e  a munire di nastri neri di lutto il Guerriero di Capestrano e tutte le statue di epoca greco-romana che sono il patrimonio storico-artistico dei nostri musei archeologici.

Alle autorità poi, la richiesta di invitare il Ministro Dario Franceschini in visita ufficiale a Chieti per spiegare ai cittadini “le motivazioni di un decreto che non trova alcuna giustificazione logica- rimarcano dalla Consulta -  se non di ingiustificato accanimento nei confronti di una città che meriterebbe ben altro per la sua storia e per le sue benemerenze civiche guadagnate nel 1943-44 ospitando oltre 100.000 sfollati salvati dalla disperazione e dalla miseria e mai riconosciute nemmeno con una simbolica medaglia al merito civile”.

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