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Sirp: “I bimbi leucemici possono guarire nonostante fondi esigui per la ricerca”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

"Il bambino non è un adulto in miniatura ma possiede peculiari caratteristiche metaboliche che possono rendere rischioso questo adattamento. Delle centinaia di migliaia di ricette prescritte ogni anno ai più piccoli, la maggior parte indica farmaci mai studiati o sperimentati su di loro. Nel mondo, secondo uno studio della European Commission for Better Medicine for Children (2002), meno delle metà di tutti i farmaci destinati ai bambini è stata espressamente studiata per loro. In genere, i farmaci, sperimentati sugli adulti, vengono poi 'adattati' ai bimbi secondo il criterio del peso corporeo. Le somministrazioni farmaceutiche pediatriche sono centinaia di milioni l'anno, ciononostante la maggior parte dei farmaci attualmente sul mercato e' priva dell'autorizzazione per l'uso specifico nei bambini e viene somministrata Off Label".

Ad affermarlo, in una nota è il professor Francesco Chiarelli, presidente della Società Italiana di Ricerca Pediatrica (SIRP) nell'annunciare il Congresso Nazionale della SIRP, in programma a Chieti dal 20 al 22 novembre prossimi, nell'Auditorium del Rettorato Campus dell'Università (Via dei Vestini), che culminera' negli Stati generali della Pediatria, in concomitanza della Giornata Mondiale dell'Infanzia che si celebra ogni anno il 20 novembre.

"I bambini, 10 milioni in Italia pari al 20 per cento della popolazione (100 milioni in Europa pari al 21 per cento), si ammalano delle stesse malattie degli adulti e di quelle tipiche dell'infanzia, pero', differiscono dai piu' grandi anche per peculiarita' farmacocinetiche (l'assorbimento, la distribuzione, il metabolismo) e farmacodinamiche (la durata del farmaco nell'organismo prima di essere eliminato) -aggiunge il presidente dei pediatri italiani-. In assenza di studi clinici sulla popolazione che assumera' questi medicinali, è difficile capire quale sia la dose corretta, il profilo di sicurezza e come limitare effetti collaterali o reazioni avverse. Nei neonati, ad esempio, specialmente prematuri, il fegato ha una scarsa capacita' di eliminare i farmaci, e la funzione renale e' ancora immatura".

"Al contrario -fa notare il prof. Chiarelli-, i bambini in età prescolare possono avere un'aumentata capacià metabolica e richiedono, quindi, dosi piu' alte. Il rapporto superficie corporea/peso nei bambini puo' essere fino a tre volte maggiore che negli adulti, provocando un maggiore assorbimento delle molecole nella somministrazione topica. Questi fattori determinano la necessiytà di un'ulteriore diminuzione dei dosaggi rispetto al semplice valore 'aggiustato' in base al peso. La ricerca serve a definire che ciascuna molecola non sia solo efficace ma anche sicura e a stabilire il dosaggio corretto per ciascuna fascia di eta'".

"In Italia, e anche nel mondo, la ricerca pediatrica è poco praticata. Nel 9° Rapporto Nazionale dell'AIFA (periodo 2004-2009), solo il 9,8 per cento delle sperimentazioni cliniche autorizzate nel nostro Paese comprendeva soggetti fra 13 e 18 anni, e l'8,9 per cento ha 'arruolato' pazienti fino a 12 anni. Solo 70 studi avevano la pediatria come area terapeutica principale -sottolinea il prof. Chiarelli-. Nonostante tutto, pero', in molti settori della Pediatria, la ricerca scientifica ha fatto enormi progressi. Ad esempio, i bambini diabetici possono essere trattati molto meglio rispetto a 10 anni fa. In Reumatologia Pediatrica, molti bambini rispondono ai moderni farmaci ottenuti con gli anticorpi monoclonali che sono selettivamente formati contro una molecola citochinica specifica, responsabile della infiammazione, alla base della malattia. Anche nell'Oncoematologia Pediatrica, i progressi scientifici hanno consentito di migliorare moltissimo la prognosi dei bambini con tumori: oltre il 90 per cento dei bambini con leucemia linfatica acuta (ALL) oggi puo' potenzialmente guarire se la malattia e' diagnosticata tempestivamente e trattata secondo i moderni protocolli terapeutici".

"Investire in ricerca e' un vantaggio anche economico da cui trae beneficio la qualita' delle cure delle malattie pediatriche,per migliorare di conseguenza la qualita' della vita dei bambini e delle loro famiglie", conclude il prof. Chiarelli.

Durante la 'tre giorni' del Congresso in cui si parlerà' anche della sicurezza del bambino e dell'adolescente in tutte le forme, interverranno eminenti specialisti che illustreranno i dati piu' recenti della letteratura".

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