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Cronaca

Sindacati alla Regione: "Si faccia il campus automotive"

I segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil chiedono che i 26 milioni di fondi Fas destinati al progetto di Santa Maria Imbaro non vengano destinati ad altro e che si recuperi il tempo perduto per realizzare un'occasione di crescita economica per l'Abruzzo

Detiene da solo il 60 per cento delle esportazioni che partono dall’Abruzzo verso il resto del mondo. E proprio a tutela di un settore così prezioso per l’economia regionale, come quello dell’automotive, nel 2004 era nato il progetto di un campus per mettere in rete industrie grandi e piccole con quelle dell’indotto, creando opportunità di sviluppo e ricerca, potenzialità per competere con i mercati globali, risparmiare trovando in Abruzzo quel che andava ricercato all’estero.

Per il campus automotive di Santa Maria Imbaro la Regione stanziò 26 milioni di euro da fondi Fas, a cui si aggiunsero 7 milioni di fondi propri e altri 7 dalla Camera di Commercio di Chieti, capofila del progetto. Ma il campus automotive, di fatto, non si è mai realizzato. La crisi e la carenza di risorse ha costretto i soggetti finanziatori a tirarsi indietro e restano solo 26 milioni dei Fas, che si riducono a 20 detraendo l’Iva.

Per questo oggi i sindacati provinciali si appellano alla Regione, affinché non decida di destinare altrove quei fondi, ne metta in conto altro nella programmazione 2014-2020, e coinvolga le organizzazioni sindacali nella riscrittura di un progetto che avrebbe potuto e ancora può rappresentare un’occasione notevole per l’economia dello sviluppo regionale e non solo.

Ieri mattina (mercoledì 21 gennaio) in una conferenza stampa, i segretari provinciali di Cgil, Germano Di Laudo, Cisl, Leo Malandra e Uil, Andrea Cardo, hanno fatto il punto su un progetto che resta disatteso da 11 anni.

La Val di Sangro, cuore della produzione industriale d’Abruzzo, conta una media di impiegati nel settore 7 volte superiore a quella nazionale; e la provincia di Chieti ospita il 45% dell’industria regionale, pari al 65% dell’export. Numeri che impongono un’attenzione particolare al settore e una visione strategica ben diversa da quel che è stato finora.

La Regione, tramite l’assessore alle Attività produttive Lolli, ha chiarito che non intende rinunciare al progetto. Venerdì (23 gennaio) sarà fatto il punto della situazione durante un convegno organizzato proprio dalla Regione a Santa Maria Imbaro. 

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