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Cronaca Atessa

Turno di sabato pomeriggio alla Sevel: Fiom Cgil torna a dire no

Per il sindacato, l'obiettivo di quest'anno può essere raggiunto lavorando soltanto la mattina, lasciando ai lavoratori il fine settimana quasi intero in famiglia

Fiom Cgil Chieti e Fiom Abruzzo Molise tornano a dire no al turno del sabato pomeriggio alla Sevel di Atessa.

L'obiettivo 2020, quello di 310 mila furgoni, sostengono i rappresentanti sindacali "potrebbe essere raggiunto senza spremere lavoratori". Dunque, sarebbe sufficiente lavorare soltanto il sabato mattina. Secondo i calcoli della Fiom, "mantenendo l’impostato medio delle linee dell’anno scorso, che non è il massimo della capacità produttiva, e considerando l’eventuale fermata estiva, l’azienda potrebbe produrre più di 311 mila furgoni, ben oltre l’obiettivo prefissato, di conseguenza il sabato pomeriggio è un accanimento verso i lavoratori".

Per il sindacato, l'azienda vuole "avere la forza lavoro a propria disposizione risparmiando sul costo del lavoro a scapito della vita privata dei lavoratori. Tale scelta garantisce una maggiore flessibilità all’azienda per sopperire i grossi limiti infrastrutturali e per la fragilità della propria organizzazione. Un sacrificio che viene chiesto ai lavoratori senza dare certezze sul futuro".

La Fiom dice di sapere che per l’azienda è difficile tornare indietro rispetto a quanto concordato con i firmatari, ma, pur mantenendo l’attuale turnazione, potrebbe nel turno pomeridiano spostare il riposo a scorrimento al sabato pomeriggio per tutti i lavoratori, garantendosi una maggior forza lavoro durante la settimana, visto che la Sevel è scesa sotto i 6.000 dipendenti (5882 dipendenti al 29 gennaio 2020).

"La Fiom - prosegue - ritiene che gli obiettivi produttivi possano essere raggiunti senza creare difficoltà ai lavoratori, anche perché le esigenze aziendali spesso non corrispondono all’efficienza dei trasporti pubblici mettendo ancora più in difficoltà i molti lavoratori pendolari".

Il sindacato si appella al presidente della Regione, Marco Marsilio, chiedendogli "come può pensare di realizzare infrastrutture, se non è in grado di poter garantire il servizio pubblico degli autobus per rispondere alle esigenze delle aziende della Val di Sangro? Il presidente della Regione Abruzzo, oltre a fare voli pindarici sulle infrastrutture, visto che fanno parte dello stesso schieramento politico, perché non si coordina con il presidente del Molise per garantire un trasporto pubblico adeguato sia per i lavoratori che per le esigenze delle aziende della Val di Sangro? Mentre si parla di rendere il nostro territorio competitivo, i lavoratori sono costretti a pagare abbonamenti cari e raggiungere il posto di lavoro a piedi, di conseguenza le aziende hanno difficoltà a programmare le proprie attività. Se non si riesce sulle cose semplici è difficile credere a progetti più complicati per attrarre investimenti".

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