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Cronaca

Sesso per la casa: l'ex assessore D'Agostino non doveva essere licenziato dalla Asl

La giudice del lavoro Ciarcia ha annullato il licenziamento, accogliendo il ricorso dei legali dell'ex politico Udc, che ha patteggiato 3 anni e 3 mesi per concussione e violenza sessuale

L’ex assessore Ivo D’Agostino non doveva essere licenziato dalla Asl Lanciano Vasto Chieti. Il giudice del lavoro del tribunale di Chieti Laura Ciarcia ha annullato il licenziamento disposto nei confronti del dipendente amministrativo dell’azienda sanitaria. 

Il licenziamento era arrivato dopo la sentenza di patteggiamento che, nel gennaio 2015, condannò D’Agostino a tre anni e tre mesi nell’ambito del processo che lo vedeva imputato per violenza sessuale e concussione. Nell’estate di due anni prima, l’allora assessore alle Politiche della casa era finito in manette perché, secondo gli investigatori, avrebbe preteso rapporti sessuali da alcune donne, promettendo in cambio l’assegnazione di una casa popolare. All’epoca, D’Agostino finì ai domiciliari, venne cacciato dalla prima giunta Di Primio e la vicenda creò comprensibile scalpore in tutta la città e non solo, finendo anche nelle cronache nazionali.

Poi, nel 2015, la condanna. A quel punto, a marzo 2016, la Asl dispose il licenziamento, ma l’ex assessore presentò un ricorso, secondo il quale l’azienda sanitaria era decaduta dal potere disciplinare, perché non aveva avviato un procedimento disciplinare autonomo, ma era intervenuta solo dopo che la sentenza era diventata definitiva. 

In più, la Corte di Cassazione aveva annullato la sentenza di patteggiamento pronunciata dal Gup di Chieti nella parte relativa alle pene accessorie, laddove era stato dichiarato estinto il rapporto di lavoro fra D’Agostino e la Asl.

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