Incostituzionale la soppressione del Corpo forestale, ora tocca alla Corte Costituzionale

La militarizzazione forzata degli appartenenti al Corpo forestale dello Stato, annesso ai carabinieri, presenta diversi profili di incostituzionalità. Così si è espresso il tribunale amministrativo di Pescara, che ha inoltre sottolineato come la riforma non garantisca maggiore efficacia al funzionamento delle forze di polizia. 

A ricorrere contro la riforma era stata la Funzione Pubblica Cgil nazionale, con oltre mille ricorsi in diversi Tar. A questo punto, sarà la Corte Costituzionale a pronunciarsi. 

Certo è che la scarsa efficacia della riforma è risultata evidente in questa prima estate, caratterizzata da molti incendi e da esiguità di personale, come dimostrato dal rogo che da diversi giorni imperversa a Schiavi d’Abruzzo. 

Il Tar ha considerato la riforma contraria alla '"ibertà di autodeterminazione" degli appartenenti alla Forestale, "in mancanza della possibilità di esercitare una scelta pienamente libera e volontaria di divenire personale militare". Lo spiega l'avvocato Egidio Lizza dello studio legale Romano di Benevento, che assiste gran parte degli ex Forestali nel contenzioso in corso.

Anche il parlamentare di Forza Italia Fabrizio Di Stefano, dopo la sentenza del Tar, punta nuovamente il dito contro “l’inconsistenza e l’inadeguatezza della riforma Madia”. 

“Riforma – continua – sbagliata nella sostanza e nella forma. I roghi che hanno devastato gran parte del territorio nazionale e i ritardi degli interventi, la carenza di personale e la disorganizzazione generale hanno dimostrato che la militarizzazione del Corpo Forestale è stata un grande errore di sostanza. Oggi, dopo la sentenza del Tar di Pescara, lo è anche di forma. Bisogna – conclude l’esponente azzurro – tornare sui propri passi e cancellare gli errori della riforma Madia”.