rotate-mobile
Cronaca San Giovanni Teatino

Licenziata perché iscritta al sindacato, il giudice del lavoro condanna l'azienda e obbliga il reintegro

Il caso di una rappresentante della Uiltucs Abruzzo, trasferita da San Giovanni Teatino a Teramo e infine cacciata

Era stata trasferita dalla sede Ivri di San Giovanni Teatino a quella di Teramo e assegnata a turnazioni notturne sulla bonifica del Tronto, venendo poi collocata nella sede teramana dell'Inps, dove l'affidamento alla società di vigilanza era già scaduto. Dopodiché, a settembre 2017, L.D.G., rappresentante sindacale aziendale della Uiltucs Abruzzo, è stata licenziata. Provvedimenti che, secondo quanto riconosciuto dal tribunale del lavoro di Teramo, sono stati nulli e determinati da discriminazione. Per questo, i giudici teramani hanno condannato Ivri a reintegrare immediatamente la donna. Si tratta di uno dei primi casi a livello nazionale di reintegro per motivi discriminatori, come previsto dal Jobs Act.

La lavoratrice si è rivolta con il suo legale, l’avvocato Massimiliano Matteucci, al giudice del lavoro del Tribunale di Teramo per chiedere l’annullato del licenziamento. La Uiltucs Abruzzo a tutela dei lavoratori della sede regionale dell’Ivri è ricorsa al giudice del lavoro per denunciare, secondo l’art. 28 dello statuto dei lavoratori, la condotta antisindacale perpetrata dall’azienda a danno degli aderenti al sindacato, vedendosi accolto il ricorso, poi confermato dalla Corte d’Appello dell’Aquila lo scorso 28 giugno.

I magistrati, infatti, hanno accertato che gli iscritti alla Uiltucs subivano vessazioni e pressioni dall’azienda per indurli a cambiare sigla sindacale. Levessazioni si sono trasformate gradualmente in atti persecutori mediante sanzioni disciplinari, spostamenti di mansioni, dequalificazione dei lavoratori e assegnazione di turni disagiati. Nonostante i continui tentativi del sindacato di interagire con la società, portando il problema anche all’attenzione dei tavoli istituzionali, prefettura e direzione territoriale del Lavoro, e le pronunce del Tribunale del Lavoro di Chieti e della Corte d’Appello di L’Aquila, il comportamento di Ivri non solo non si è attenuato ma si è addirittura acuito con i lavoratori. Fino al licenziamento della lavoratrice che oggi ha visto riconosciuti i suoi diritti dal giudice.

Commenta Mario Miccoli, segretario regionale della Uiltucs Abruzzo:

Il licenziamento della lavoratrice oggi reintegrata dal Giudice del Lavoro del Tribunale di Teramo, dott.ssa Maria Rosaria Pietropaolo è uno dei casi emblematici che attestano l’esistenza di condotte vessatorie e ritorsive perpetrate da Ivri in danno dei lavoratori iscritti alla Uiltucs. Il giudice, accogliendo integralmente la tesi della difesa della lavoratrice, ha ritenuto la condotta datoriale “sintomatica dell’intento della società di collocare la ricorrente in un servizio che di lì a poco, sarebbe stato verosimilmente affidato ad altra società, come di fatto avvenuto, creando così le condizioni per un recesso del rapporto di lavoro motivato (quanto meno, in apparenza) da ragioni oggettive”.

In sostanza, aggiunge l’avvocato Matteucci, legale della lavoratrice,

il giudice ha riconosciuto la natura discriminatoria e ritorsiva del licenziamento per appartenenza sindacale, non solo perché si inserisce in un contesto di rapporti conflittuali tra la società e l’organizzazione sindacale cui appartiene, ma anche perché le ragioni poste formalmente alla base del recesso sono risultate pretestuose, sia con riferimento alla sussistenza del nesso causale tra il cambio appalto e la individuazione della ricorrente quale lavoratrice da licenziare, sia con riferimento all’impossibilità di adibire la ricorrente ad altro servizio.  

Prosegue Miccoli: 

Il comportamento persecutorio nei confronti dei nostri iscritti iniziato da quando abbiamo evidenziato all’azienda ed agli enti preposti l’esistenza di problematiche relative a gravi carenze organizzative, nonostante i diversi pronunciamenti giudiziali, non è mai cessato, anzi, oggi siamo costretti ad affrontare altri casi simili a quelli che hanno interessato la lavoratrice licenziata e fortunatamente reintegrata dal Giudice del lavoro. È chiaro che la pressione esercitata da Ivri sui lavoratori iscritti alla Uiltucs, è finalizzata ad indebolire la posizione della Uil e a limitare la sua azione di tutela nei confronti dei lavoratori, impedendo l’esercizio della libertà e dell’attività sindacale.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Licenziata perché iscritta al sindacato, il giudice del lavoro condanna l'azienda e obbliga il reintegro

ChietiToday è in caricamento