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Cronaca Lanciano

Scandalo depuratori a Lanciano, le associazioni denunciano la Sasi

Le associazioni contro la Sasi: "Scandalo depuratori: class action per far restituire soldi ai cittadini. Denuncia alla Corte dei Conti contro vertici Sasi"

Sette associazioni di Lanciano minacciano azioni legali contro la Sasi, società che gestisce il servizio idrico integrato in 92 comuni della provincia di Chieti, per lo scandalo dei depuratori malfunzionanti o addirittura non funzionanti sequestrati dalla Procura lo scorso 28 aprile. Le associazioni - Giako, Fai delegazione di Lanciano, Ilaria Rambaldi Onlus, Associazione culturale Sant'Egidio, Pro Loco Lanciano, Cittadini in Azione e Tradizionando ieri oggi e domani - annunciano una class action per far restituire ai cittadini i soldi “indebitamente” percepiti dalla Sasi per la depurazione che non c'è stata e annunciano la denuncia alla Corte dei Conti, per tale situazione e per i danni procurati, dal management Sasi, alla collettività e all'ambiente.

“Al sequestro dei 12 impianti di depurazione di scarichi di acque reflue della Sasspa, - scrivono in un documento congiunto - non sono seguiti sviluppi tendenti alla normalizzazione dei preoccupanti fatti ambientali rilevati dalla magistratura e cioè: gli impianti di depurazione, ancora sotto sequestro, sversano in mare acque non depurate a norma, lungo il tratto di costa istituito ultimamente come “Parco Naturale della Costa dei Trabocchi”; il danneggiamento delle acque di pubblico demanio ha provocato alterazioni tali da causare danni gravi all’ecosistema e la non balneabilità di alcuni tratti del mare Adriatico ove sfociano i fiumi in cui confluiscono liquami e scarichi; il deterioramento provocato dal mal funzionamento degli impianti di depurazione richiede un intervento ripristinatorio, in considerazione della quantità e qualità delle illecite immissioni che non consentono alle acque stesse di autodepurarsi e, quindi, di garantire una balneabilità sicura”.

Una situazione "gravissima e non più tollerabile" dichiarano ancora le associazioni frentane,"con gravi ripercussioni, sia per il nostro turismo, che può sostenersi unicamente con un ambiente pulito, sia per la salute.integrato dell’acqua”.

Ritenuto che “le fatture per la fornitura idrica, che la Sasi emette nei confronti dell’utenza, recano una costosissima voce dedicata proprio alla Depurazione delle acque reflue”, le associazioni chiedono “la restituzione di tutte le somme pagate dagli utenti Sasi per la depurazione mai effettuata secondo la norma sancita dal Codice dell’Ambiente”, facendosi quindi carico di raccogliere le adesioni "di tutti i cittadini che vorranno recuperare gli importi per la depurazione, indebitamente percepiti dalla Sasi tramite le rispettive fatture emesse dalla medesima società pubblica”.

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