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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Chieti Scalo / Viale Abruzzo, 34

Ripetitori telefonici vicini alle case in viale Abruzzo, allarme inquinamento

Nel giro di pochi giorni una grossa antenna è comparsa sul tetto della palazzina al civico 34, senza rispettare la distanza minima di 70 metri dalle case, prevista dalle norme vigenti. Il consigliere El Zohbi chiede all'amministrazione controlli e rispetto delle regole

Un ripetitore di telefonia mobile installato nel giro di pochi giorni sul tetto di una palazzina dello Scalo, in viale Abruzzo, ha destato la preoccupazione delle famiglie residenti. La denuncia arriva dal consigliere di minoranza Bassam El Zohbi, che ha raccolto la preoccupazione di Maurizio Torsellini e Maria Gabriella Tinto.

I due vivono proprio in viale Abruzzo e hanno visto materializzarsi il ripetitore sul tetto del civico 34. Preoccupati per gli effetti sulla salute delle antenne, i due hanno appurato che queste distano non più di 30 metri in linea d’aria dal loro appartamento, proprio davanti alla camera dei figli.

“Com’è stato possibile – chiede il consigliere – che il Comune non abbia verificato l’unico requisito a tutela dei cittadini rappresentato dalla distanza minima di 70 metri?”. La normativa vigente, infatti, prevede che l’Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) rilasci l’autorizzazione per installare le antenne e i Comuni non possono vietarle. Ma le amministrazioni devono indicare le aree più idonee per montare i ripetitori e quelle da evitare per motivi ambientali e paesaggistici. Inoltre, nei centri abitati devono rispettare la distanza minima di 70 metri dalle case.

“L’amministrazione di Chieti – punta il dito El Zohbi – su questa tematica è gravemente assente: quasi il 90% dei ripetitori che ho individuato in giro per la città sui palazzi nel centro abitato non rispetta il requisito della distanza minima di 70 metri dalle abitazioni”.

Il consigliere si rivolge dunque al sindaco Umberto Di Primio, all’assessore ai Lavori pubblici Mario Colantonio e all’assessore all’Ambiente Emilia De Matteo. A loro chiede il censimento e la mappatura degli impianti di telefonia mobile, l’elenco delle aree individuate per l’installazione e di quelle da escludere, le autorizzazioni rilasciate dal Comune alle società di telefonia mobile, i verbali che certificano il rispetto della normativa e quelli dei controlli effettuati da Comune o Arta (Agenzia regionale per la tutela ambientale).

“La preoccupazione dei cittadini – dice El Zohbi - è che una volta installato un ripetitore di telefonia mobile, nessuno si ponga l’obbligo di verificare il controllo dei criteri atti a tutelare le aree urbanizzate da un eccesso di fonti elettromagnetiche inquinanti, né ad organizzare ripetuti controlli della effettiva intensità e quantità delle emissioni autorizzate sulla carta alla Compagnia telefonica come pure, spesso, il non rispetto dei 70 metri minimi previsti nella normativa”.

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