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Cronaca Rapino

La Provincia chiude la strada per il Rifugio Pomilio, scatta la diffida

Il sindaco di Rapino chiede di rimuovere i blocchi di cemento, non concordati nella riunione in cui si era discusso della strada chiusa

Dopo l'ordinanza di chiusura della strada provinciale 220, che porta al rifugio Pomilio, per "motivi di sicurezza", scatta la diffida. A firmarla è il sindaco di Rapino Rocco Micucci, che chiede la revoca o la revisione dell'ordinanza, con la rimozione delle barriere in cemento posizionate due giorni fa per sbarrare il passaggio.

La decisione di chiusura è arrivata lo scorso 29 novembre, in una riunione in Prefettura, in vista del passaggio della competenza dall'Ente parco nazionale della Majella alla Provincia, avvenuto il 1° gennaio 2020. La Provincia, come ricostruito nella diffida di Micucci, non sarebbe economicamente in grado di assicurare lo sgombero della neve e la manutenzione necessaria sul tratto di 3 chilometri della strada. 

Tuttavia, puntualizza il sindaco di Rapino, in quella riunione, non era stata concordata l'installazione delle barriere di cemento, che creano un ostacolo e un pericolo per i veicoli autorizzati al passaggio, ossia forze dell'ordine, veicoli di soccorso, mezzi del Comune, il gestore del rifugio Pomilio. 

Pertanto, Micucci, appellandosi al "buon senso", diffida il presidente della Provincia Mario Pupillo e il dirigente del settore 2 a revocare le ordinanze o revisionarle così come concordato nella riunione del 29 novembre e a rimuovere le barriere di cemento. Inoltre, chiede di "escludere il sindaco di Rapino dai soggetti che devono assicurare l'esecuzione e l'osservanza dell'ordinanza, in quanto tale compito potrebbe essere seguito solo a valle del km 15+800 sulla municipalità del Comune di Pretoro, non essendo questo Comune dotato di elicotteri e agenti sciatori per controllare a monte del suddetto km il rispetto dell'ordinanza". 

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