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Cronaca Rapino

Rapino, il Comune chiude gli impianti della Maielletta?

La giunta risolve un contratto quarantennale con la Mammarosa funivie. L'ex sindaco di Rapino Rocco Cocciaglia denuncia un progetto del Comune volto a chiudere gli impianti con gravi conseguenze per l'intero territorio pedemontano

L'ex sindaco di Rapino Rocco Cocciaglia, oggi a capo dell’opposizione in consiglio comunale, denuncia un progetto del Comune volto a chiudere gli impianti della Maielletta. Nei giorni scorsi infatti la giunta del sindaco Micucci ha minacciato la risoluzione del contratto di affitto con la società Mammarosa funivie a causa di un ritardato pagamento dell’affitto.
 
Eppure, rammenta Cocciaglia, nel contratto erano state inserite “clausole stringenti, come il pagamento dell’affitto in unica soluzione a gennaio di ogni anno. Mi chiedo come sia possibile, soprattutto da parte di chi deve per mandato tutelare gli interessi di tutti, avviare contenziosi, creare difficoltà  come se non bastassero quelle normali di ogni giorno per tutti. A cosa è finalizzata l’iniziativa di Micucci in questa vicenda?”. 

Il contratto quarantennale con la Mammarosa Funivie, che nel frattempo ha saldato il pagamento dell’affitto, secondo quanto riferisce l'ex sindaco permette al Comune di Rapino di incassare dai fitti di quei terreni oltre 60.000 euro l’anno, tra Mammarosa e Pascipascolo.
 
"Dal 2010 il Comune - dice ancora Cocciaglia - ha riscosso da Mammarosa funivie circa 540.000 euro (tra arretrati e affitto). A prescindere dagli istinti distruttivi dell’amministrazione, mi si spieghi come si possa essere talmente miopi e irresponsabili da volere praticamente la morte definitiva del comprensorio sciistico Maielletta, con un’azione scellerata le cui conseguenze ricadrebbero non solo sul bilancio del Comune, ma anche su tutti gli operatori economici del territorio, senza parlare della perdita dei posti di lavoro che tra stagionali e fissi sono una quarantina di persone

Spero che Micucci – conclude l’ex sindaco - abbia ben valutato i rischi e le conseguenze economiche/risarcitorie delle azioni legali che minaccia di intraprendere, per il Comune di Rapino in primis e per l’intero territorio pedemontano”. 

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