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Cronaca

Si allenano sei giorni su sette, ma non possono gareggiare: l'odissea dei nuotatori agonisti

Il Comune avrebbe dovuto emanare un bando per affidare gli spazi d'acqua a un'associazione sportiva che avrebbe tesserato i ragazzi. Ma al momento è ancora tutto fermo e le famiglie pagano gli ingressi in piscina

Pochi mesi fa la soddisfazione di poter tornare in vasca, oggi di nuovo le polemiche. Da mesi cercano un confronto con l’amministrazione, per capire perché i loro figli, pur allenandosi duramente, non possono partecipare alle gare agonistiche perché non fanno parte di alcuna federazione. Ma ad oggi, lamentano, non hanno ricevuto alcuna risposta. Protagonisti della protesta sono i genitori di alcuni dei 60 ragazzi della squadra agonistica teatina di nuoto, che oggi (domenica 13 novembre) non possono partecipare alle prime gare in programma. 

“Ad oggi - dicono i genitori - i nostri giovani campioni, per poter nuotare, non hanno colori sociali e non sono iscritti in federazione”. Una situazione che perdura nonostante allenamenti praticamente giornalieri, a tariffe che, per le famiglie, sono spropositate. “La lentezza delle nostre istituzioni- accusano - sta distruggendo una grande risorsa del territorio”. 

Ma cosa è stato esattamente a far infuriare i genitori dei giovani atleti? Il Comune, che tramite Teateservizi gestisce la struttura, avrebbe dovuto emanare un bando per le assegnazioni degli spazi d’acqua, da affidare ad associazioni sportive già iscritte alla federazione nuoto. Questo permetterebbe ai ragazzi di essere tesserati con queste associazioni e partecipare alle competizioni agonistiche. Tuttavia, nonostante le molte promesse, al momento è ancora tutto fermo, i ragazzi si allenano pagando personalmente le entrate in piscina e non c'è una data certa sul bando di affidamento. 

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