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Cronaca Chieti Scalo / Viale Benedetto Croce

Portachiavi del Pescara sulla scrivania, gli deturpano l'ingresso dell'agenzia di viaggi

L'episodio denunciato dai titolari dell'agenzia Last minute, in viale Benedetto Croce. Le immagini delle telecamere circostanti saranno esaminate

Amara sorpresa questa mattina per i titolari dell’agenzia di viaggio Last Minute Tour, in viale Benedetto Croce a Chieti. L’ingresso è stato infatti deturpato da un a scritta contro il Pescara calcio e un invito a “levare il portachiavi”. Proprio la presenza di un portachiavi biancazzurro in agenzia avrebbe scatenato l'ira dei vandali la scorsa notte.

Lo ha riferito uno dei titolari, Luca Luciani, il quale, denunciando l’accaduto su Facebook, non ha dubbi: “Lavoro a Chieti Scalo dal lontano 2005 – scrive -  e, per forza di cose, ho sviluppato contatti non solo professionali ma spesso di vera e propria amicizia con cui si è parlato di tutto, sempre, col sorriso sulle labbra. Stesso discorso vale per il mio socio e collega Stefano Pietrangelo, persona educata e gentile con tutti, sempre. Per questo non ci aspettavamo, stamattina, di trovare l’ingresso della nostra agenzia di viaggi deturpato da scritte offensive e minacce in puro stile mafioso. Il fattore scatenante? Un minuscolo portachiavi del Pescara Calcio della grandezza di 8 cm appeso dietro la scrivania di lavoro”.

Lo sfogo di Luciani continua: “Evidentemente una provocazione insopportabile per qualche abitante della cittadina di cui sopra. Una provocazione che potrà costare caro ai codardi autori del gesto poiché da esso scaturisce una denuncia (già depositata) e una richiesta di esaminare le riprese delle diverse telecamere dei negozi circostanti”.

Luciani e il suo socio, che non si definiscono certo due ultras del Pescara, tengono però a precisare che non cederanno alle minacce e che il portachiavi della squadra di calcio non solo resterà in agenzia, ma che presto aggiungeranno volentieri altri simboli del Pescara perché, come spiegano, “a differenza di chi ha agito stanotte noi non commettiamo alcun reato. E saremo ben lieti di accogliere chiunque non fosse d'accordo con la nostra lecita manifestazione di orgoglio discutendone civilmente”.
 

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