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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Cronaca Lanciano

Posticipato l'incontro sindacale per la Pierburg: c'è preoccupazione per l'azienda della Val di Sangro

In estate vennero prospettate diverse ricollocazioni di prodotti e macchinari da altri stabilimenti del gruppo, ma ad oggi non c'è ancora nessuna novità

C'è preoccupazione per il futuro della Pierburg, storico stabilimento in Val di Sangro che produce componenti per l'industria automobilistica internazionale. La sede abruzzese fa capo alla Rheinmetall Automotive della casa madre Rheinmetall fondata nel 1997 dalla fusione della KS Kolbenschmidt GmbH di Neckarsulm con la Pierburg GmbH di Neuss, che ha diverse sedi in Germania, dove è noto anche come Kolbenschmidt. Lo stabilimento nell'area frentana è gestito da Msi, ulteriore ramo del gruppo.

Ma le segreterie di Fiom, Fim e Uilm Chieti, oltre alla rsu, sono in allerta per ciò che sta accadendo. In questa fase, infatti, lo stabilimento di Lanciano sta subendo, come tanti competitor dello stesso settore, una contrazione di mercato. Continuano il ricorso alla cassa integrazione ordinaria e il momento d' incertezza che sembrava essere stato fugato da Msi poco prima del blocco estivo, quando in un tavolo sindacale vennero prospettate diverse ricollocazioni di prodotti e macchinari da altri stabilimenti del gruppo, in favore di Lanciano.

Lo stesso giorno fu anche firmato un accordo sulla contrattazione di secondo livello che, oltre a prevedere miglioramenti economici per il potere d'acquisto delle maestranze, introdusse una sorta di salario d' ingresso per i nuovi lavoratori, con il fine di facilitare il ricambio generazionale e la creazione di nuovi posti di lavoro.

Durante l'ultimo incontro, furono presi accordi per un nuovo appuntamento che si sarebbe dovuto tenere entro la fine di ottobre per fare un bilancio delle attività messe in campo. Ma, tramite Confidustria, l'azienda ha posticipato l'incontro a dopo la metà di novembre. E, ora, i sindacati non nascondono la propria preoccupazione: 

"Non sappiamo quale lettura dare a questa comunicazione - dicono in una nota le segreterie provinciali - il fatto è che pur avendo fiducia che l'azienda mantenga gli impegni presi e sottoscritti, ad oggi le nostre Rsu non hanno ancora notato e non hanno notizie certe di movimenti che fanno presagire l'arrivo di macchine e/o lavorazioni che dal prossimo febbraio, almeno per una parte, dovrebbero andare a regime produttivo. Continua l'emoragia di personale per pensionamento e quota 100, ma ad oggi l'azienda non sta prendendo impegni per il ricambio generazionale, ad oggi nessun lavoratore è stato assunto a fronte dei diversi usciti".

"Segnaliamo - proseguono -che continuano pressioni sulla produttività delle lavoratrici e dei lavoratori, nonostante siano già in vigore in aziende le tabelle produttive elaborate dagli uffici preposti, una bella contraddizione interna. È elementare che, per ottenere più produttività, bisogna investire e non spremere gli addetti con pressioni a bordo macchina o rimodulazioni delle tabelle senza modifiche dei cicli. Gira voce che si stia ragionando di portare lo stabilimento a un unico turno lavorativo: questa notizia, se fondata, ci preoccupa perchè significa che si vuole contrarre le produzioni oltre a creare inevitabilmente una struttura non competitiva con costi di gestione più alti".

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