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Cronaca San Vito Chietino

Petrolio, D'Orsogna: "Fermare tutte le trivelle, non solo Ombrina"

La docente universitaria di origine frentana si rivolge alla politica regionale e ai parlamentari che hanno votato il decreto sviluppo: "Perché scendere in piazza se vengono concessi permessi per altre esplorazioni petrolifere?"

 “Perché la regione Abruzzo ha agevolato la Mog nel Borsacchio, tace su altre concessioni, e al contempo molti dei membri del consiglio regionale si oppongono ad Ombrina e solo ad Ombrina?”. È la domanda che Maria Rita D’Orsogna, fisica, docente universitaria negli Stati Uniti e ambientalista lancianese, rivolge alla politica regionale. E chiede al governatore Chiodi di fermare le trivelle, revocando le concessioni già date e bloccando quelle ancora in itinere.

“Si pensa forse – prosegue - che trivellare Ombrina sia più grave che trivellare la riserva del Borsacchio? O che ci sono due pesi e due misure, in base al livello di opposizione popolare?”. 

Gli interrogativi di D’Orsogna sorgono all’indomani della manifestazione dello scorso 13 aprile, quando a Pescara migliaia di cittadini si sono uniti ad associazioni e personalità politiche per dire no al progetto Ombrina Mare della Mog di Sergio Morandi. “Ma ai politici – incalza D’Orsogna – è stato chiesto molto di più che scendere in piazza: ai politici e' chiesto di agire”.

“La partita di Ombrina mare”, come la chiama la fisica di origine frentana, si è riaperta a luglio 2012, con l’articolo 35 del decreto “Cresci Italia”, voluto dal ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. Un decreto che ha ottenuto i voti favorevoli di diversi parlamentari abruzzesi: al Senato Fabrizio Di Stefano (Pdl), Giovanni Legnini (Pd), Franco Marini (Pd), Andrea Pastore (Pdl) e  Paolo Tancredi (Pdl). Alla Camera hanno dato voto favorevole Ferdinando Adornato (Udc),
  Sabatino Aracu (Pdl), Carla Castellani (Pdl), Vittoria D'Incecco (Pd), Marcello De Angelis (Pdl), Giovanni Dell'Elce (Pdl), Tommaso Ginoble (Pd), Giovanni Lolli (Pd), Paola Pelino (Pdl), Maurizio Scelli (Pdl), Lanfranco Tenaglia (Pd), Daniele Toto (Fli) e Livia Turco (Pd). 

“A suo tempo – dice Maria Rita D’Orsogna - nessuno di loro ha manifestato alcuna preoccupazione o sollevato domande riguardo gli effetti dell'articolo 35 sulla petrolizzazione dei mari abruzzesi. Non è un controsenso prima approvare le norme che lasciano la strada aperta alle trivelle in mare, e poi sfilare contro le sue conseguenze?”, si chiede ancora la docente.

Un comportamento poco distante da quello dei vertici regionali, che definisce “ancora più grave”. “Opporsi contro Ombrina – precisa - è sacrosanto, ma la regione Abruzzo ha concesso alla Mog  l'esclusione alla Via (Valutazione di impatto ambientale), di fatto spianando la strada alle esplorazioni petrolifere della stessa Mog fra Pineto e Roseto secondo la concessione Villa Mazzarosa, nella riserva naturale del Borsacchio. Altre trivelle sono state approvate per la concessione Aglavizza-Civita 1 nel Vastese”.

 “L’iter è ancora aperto – prosegue - per la trivellazione di quattro pozzi di stoccaggio nei pressi di Cupello da parte della Stogit, nonché l'aumento della pressione di pompaggio in quelli già esistenti.  La Mog ha altre concessioni che intende sviluppare in Abruzzo fra cui i permessi Civita, Agnone e San Buono, nell'entroterra teatino fra Bomba, Castiglion Messer Marino, Vasto e che include parte del Molise e Colle dei Nidi, centrata su Nereto, nel teramano”. Autorizzazioni che spettano alla Regione, che sembra ancora non inviato pareri ai ministeri competenti.

“Gianni Chiodi – prosegue D’Orsogna - aveva promesso che "contrasteremo ogni forma di trivellazione" nel 2010. Finora questa promessa non e' stata mantenuta. Un tentativo di rimediare sarebbe revocare tutte le concessioni date in terraferma, di finalmente opporsi a quelle in itinere, e di rendere la sua tanto decantata legge "antitrivelle" vera. Devono essere i cittadini e non i petrolieri a decidere del futuro della propria regione”.

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